Volontaria, amante dei bambini e del fitness, è tornata in Italia dopo un anno e mezzo di prigionia, scopriamo tutto su di lei.
Ricordiamo tutti la storia della volontaria rapita in Kenya nel 2018, rimasta prigioniera fino al maggio del 2020.
Dopo la liberazione, ha detto di essersi convertita e di chiamarsi Aisha. Il suo caso ha suscitato molto clamore mediatico.
Scopriamo di più sulla giovane Silvia Romano!
Chi è Silvia Romano
Nasce a Milano, il 13 settembre del 1995, sotto il segno zodiacale della Vergine.
Consegue la laurea per mediatori linguistici per la sicurezza e la difesa sociale.
Nel frattempo, lavora nella palestra Pro Patria 1883 di Milano per poi passare alla Zero Gravity.
Dopo, parte per l’Africa come la volontaria e cooperante dell’associazione Africa Milele Onlus.
Il sequestro e la conversione
La giovane viene rapita alle ore 20 di martedì 20 novembre 2018 nella contea di Kilifi, in Kenya.
Verrà liberata soltanto il 9 maggio del 2020, dopo un anno e mezzo di prigionia.
In occasione del suo ritorno in Italia aveva dichiarato:
“I primi tempi non ho fatto altro che piangere, poi però mi sono fatta coraggio e ho trovato un equilibrio interiore. Piano piano è cresciuta dentro di me una maturazione che mi ha convinto a convertirmi all’Islam.”
Silvia Romano, infatti, si è convertita alla religione islamica e ha cambiato nome in Aisha.
Ha raccontato alcuni dettagli sulla sua prigionia, dove sarebbe sempre stata trattata bene.
In base a quanto riferito, avrebbe cambiato numerosi covi nei primi mesi, circa 6, e nel frattempo si sarebbe anche ammalata, ma sarebbe stata curata.
In seguito, si sarebbero stabiliti:
“Ero libera di muovermi nei 6 appartamenti dove mi hanno tenuto sequestrata e non ho mai visto in volto i miei carcerieri, perché avevano il volto coperto.”
Nel dicembre del 2020 salta fuori, con un servizio delle Iene, che Silvia potesse essere in qualche modo liberata prima:
“Poteva essere liberata prima, un mio contatto sapeva al 90% dove si trovava.”
– queste le dichiarazioni del testimone, che riaprono un caso che tutti noi pensavamo fosse ormai chiuso.