E’ scontro totale tra la Valle D’Aosta ed il governo, il presidente di regione è intenzionato ad impugnare l’ordinanza imposta da Speranza.
La Valle d’Aosta sarebbe intervenuta come Regione per decidere in totale autonomia la riapertura dei negozi, delle strutture ricettive, come alberghi e ristoranti, e delle piste sciistiche. Una scelta che fa capire come la Valle d’Aosta voglia prendere le distanze dalle scelte del governo e dichiararsi autonoma.
Il ddl regionale è stato approvato con 28 voti
La legge regionale che è andata in contrasto con quanto dichiarato nell’ultimo Dpcm è stata, nello specifico, approvata con ben 28 voti a favori e 7 astensioni. La maggioranza del centro sinistra si è trovata divisa sul voto: gli autonomisti, invece, hanno votato a favore con i gruppi Lega e Pour autonomie, mentre i progressisti, così come il Partito Democratico, si sono astenuti.
Il presidente Lavevaz si scaglia contro il ministro Speranza
A tenere banco anche le dichiarazioni del presidente di Regione Erik Lavevaz il quale ha detto di voler impugnare l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza. Secondo Lavevaz, infatti, la scelta di lasciare la Valle D’Aosta zona rossa e di riclassificare solamente il Piemonte, la Lombardia e la Calabria in zona arancione sarebbe sbagliata.
A rispondere alla regione alpina anche il ministro Francesco Boccia. Quest’ultimo avrebbe ricordato come le misure prese potrebbe avere delle conseguenze in termini di salute per i cittadini della Valle d’Aosta.
Nello specifico, oltre agli spostamenti, nella regione sarà possibile organizzare anche diverse manifestazioni, comprese quelle di natura religiosa, a patto che ci sia il benestare del presidente di regione.
“Non so se per una mancanza di conoscenza della montagna o più semplicemente per delle sensibilità diverse da parte dei componenti del governo, ma devo dire che una cosa che ho visto chiaramente è la difficoltà a far capire al governo le esigenze legittime della montagna”.
Queste, infine, le parole usate dal presidente Lavevaz per descrivere la delusione riguardo la chiusura degli impianti sciistici imposta dal governo durante le vacanze di Natale.