L’ultimo rapporto Censis descrive il popolo italiano incattivito dall’emergenza sanitaria e dalla disoccupazione crescente. Nell’ultimo anno sono 500 mila i posti di lavoro persi.
Il 54esimo Rapporto Censis sullo stato attuale dell’Italia descrive una sorta di ruota quadrata che non riesce a girare.
Si chiedono norme più severe per chi non rispetta le regole
Il 54esimo Rapporto Censis sullo stato attuale dell’Italia descrive una sorta di ruota quadrata che non riesce a girare. Il sistema Italia ha difficoltà, in questo momento storico, a girare in modo efficace.
Le difficoltà già presenti, sono state ingigantite dalla pandemia. C’è stato un incremento della paura e un decremento nella fiducia del domani. Il quadro che ne risulta è che il popolo italiano è più cattivo oltre che spaventato. Un popolo che è pronto a rinunciare ai propri diritti civili pur di non vedere negata la salute.
Tra gli intervistati, il 38,5% ha affermato di sentirsi pronto ad accettare delle limitazioni alle libertà quali scioperare, manifestare liberamente la propria opinione e di iscriversi ad associazioni o sindacati, pur di ottenere un benessere economico più consistente.
Le punizioni più severe per chi non rispetta le norme anti contagio, invece, sarebbero accettate dal 77,1% degli intervistati. Inoltre, devono pagare gli esponenti politici che hanno sbagliato a gestire l’emergenza sanitaria per il 76,9% degli intervistati.
Quasi la metà degli intervistati (il 56,6%) sarebbe favorevole alla prigione per chi, pur essendo positivo al virus, non rispetta la quarantena obbligatoria. Per il 31,2% dovrebbero addirittura non essere curati.
Il lavoro a tempo indeterminato
La pandemia ha fatto sì che la paura nella popolazione aumentasse e la fiducia nel domani venisse a calare. Tanto che, il dopo, spaventa molte persone. La paura dell’incerto è proprio quella che domina nel 73,4% degli intervistati.
Inoltre, c’è paura per la disoccupazione, per tutti quelli che lavorano nel privato e non hanno un lavoro a tempo indeterminato.
Tanto che, il 53,7% degli intervistati è insicuro circa il futuro del proprio lavoro. I più vulnerabili restano, ancora una volta, i titolari di partita Iva.
Tra le altre figure deboli spiccano i professionisti che non hanno potuto fare cassa, seguiti da artigiani e commercianti.