Domani il Tribunale del Cairo dovrà decidere per l’udienza che potrebbe decretare la scarcerazione di Patrick Zaky.
Lo studente dell’università di Bologna arrestato al Cairo, domani conoscerà il suo destino.
Pesanti accuse a suo carico
Il giovane ricercatore egiziano studiava a Bologna, e dal 7 febbraio si trova in prigione in Egitto, a suo carico accuse molto pesanti tra queste: terrorismo e istigazione alla violenza.
Intanto è stato confermato il blocco dei beni privati dei tre dirigenti dell’ong Eipr, liberati giovedì scorso, con cui il giovane Patrick Zaky, collaborava.
Con il giovane presente in aula, il caso è stato discusso alle 15, insieme agli altri 580, previsti per oggi. Ma all’udienza, oltre agli attivisti delle ong che si sono attivati per difenderlo erano presenti l’avvocato di Zaky e il procuratore dell’Ue.
Inoltre hanno presenziato al caso anche i rappresentanti delle ambasciate italiana, tedesca, olandese e canadese.
Complotto contro lo Stato
I tre dirigenti Eipr: Gasser Abdel Razek, Karim Ennarah e Mohamed Bashee, erano stati arrestati nelle ultime due settimane con l’accusa di aver divulgati false informazioni false e di aver cospirato contro lo Stato.
Tuttavia come riferisce anche la Repubblica, per quanto siano stati messi in libertà due giorni fa, non risultano essere state ritirate le accuse mosse nei loro confronti.
Secondo una fonte dell’ong Eipr, facendo riferimento al congelamento dei beni, il giudice avrebbe deciso ‘senza ascoltare neanche una parola della difesa’. A quanto emerge sarebbe stata negata la possibilità di accedere agli atti.
Inoltre non è stata presentata alcuna prova dell’ordine di congelamento dei beni.
Si dovrà attendere domani per capire se per l’attivista dell’università di Bologna il Tribunale al Cairo deciderà la scarcerazione.
Intanto ringraziando i diplomatici con la mano sul cuore lo studente ha dichiarato ai giudici che le accuse a suo carico sono “infondate” e che ha già passato dieci mesi in carcere.