La vicenda dei pescatori sequestrati in Libia inizia a preoccupare sempre di più i familiari, che insorgono contro il Governo italiano.
I parenti dei pescatori sequestrati sono andati in corteo tra le vie delle città siciliane per protestare e chiedere che vegano riportati a casa il prima possibile.
Il corteo delle famiglie dei sequestrati
Sono passati ben 100 giorni da quel terribile sequestro dei pescatori italiani di Mazara del Vallo. Le 18 persone sono ancora in stato di femo in Libia e i familiari non hanno alcuna notizia in merito.
Non mancano i cortei e le richieste a gran voce da parte dei familiari, che sperano in una trattattiva durante le festività natalizie. Come riporta Il Fatto Quotidiano, la moglie di uno dei 18 pescatori evidenzia:
“per tutti oggi (8 dicembre) è una giornata di festa, per noi è soltanto una grande tristezza”
Lei insieme ai familiari dei pescatori hanno sfilato per le strade della città chiedendo di essere ascoltati e sperando anche in una risposta. Il contatto ufficiale risale all’11 novembre quando c’è stata una telefonata collettiva: in questo caso solo gli italiani hanno potuto parlare con i loro parenti.
Il vescovo Domenico Mogavero ha rilasciato una dichiarazione ad AdnKronos:
“basta, è ora che chi di dovere intervenga anche con i corpi speciali”
La reazione dei familiari
Quando detto dal vescovo viene ripetuto anche dai familiari degli uomini sequestrati, nonostante i toni forti ma doverosi in una situazione di stallo come questa che stanno vivendo:
“nessuno riesce ad avere un impatto sulla liberazione dei 18 pescatori”
Ha dichiarato la moglie di uno di loro, mettendo nero su bianco il fatto che loro non lasceranno mai “la mano di loro cari” e manifesteranno sino a quando non avranno una risposta.
Nei giorni scorsi grande solidarietà da parte dei pescherecci in varie marinerie italiane con il fermo biologico e sirene in segno di solidarietà.