Si fa strada l’ipotesi che il fautore del furto in casa Rossi non sia stato un ladro singolo ma una banda organizzata.
Il furto è avvenuto nella casa di Paolo Rossi a Bucine, in provincia di Arezzo, mentre a Vicenza erano in corso i funerali dello sportivo.
Una banda organizzata
I Carabinieri di Arezzo, che stanno svolgendo le indagini circa il furto in casa Rossi, stanno ipotizzando in queste ore che, a compiere il colpo sia stata una banda organizzata.
Dopo un sopralluogo, nella tenuta di Rossi, che si trova nelle campagne di Poggio Cennina, si è fatta largo l’ipotesi che, ad agire non sarebbe stato un ladro singolo. Inoltre, non sono state rilevate impronte di nessun tipo. Inoltre, sono circa tre i mezzi con cui i malviventi avrebbero raggiunto la villa. Stando per lo meno, ad alcune testimonianze.
Intanto, al cancello della villa, le persone, in segno di cordoglio, stanno continuando a portare mazzi di fiori e ad accendere lumini.
Il bottino
Oltre al Rolex, che Paolo Rossi indossava sempre, i ladri hanno portato via 150 euro in contanti. Inoltre, hanno sottratto alcuni gioielli di scarso valore. La famiglia aveva già deciso di mettere da parte altri cimeli di valore, proprio perché in zona c’erano stati dei furti.
Nel frattempo, Nicola Benini, sindaco di Bucine, ha deciso di dedicare all’atleta una cerimonia nello stadio del posto. Il primo cittadino si è detto sconvolto dell’accaduto.
Come si legge su Ansa, egli ha affermato:
“Rossi era amico di tutti qui, potevi trovarlo dal macellaio, al bar, in qualche cena pubblica. Mi ha scritto la moglie Federica sottolineando come non vuole che questo possa rovinare il fiume di affetto e amore formatosi intorno a Paolo”.
In un primo momento, il Sindaco aveva stabilito di indire lutto cittadino ma proprio per venire incontro al volere della moglie, ha deciso, poi di no.