Il ragazzo si è ucciso lanciandosi dal ponte di Alpignano, a Rivoli. A due anni da quel decesso, viene fuori un’amara verità.
L’adolescente scrisse una lettera, finita nelle mani di alcuni coetanei, che non hanno fatto nulla per salvare Michele.
La storia di Michele Ruffino e la tragica morte
Una vita non certo semplice quella di Michele Ruffino, 17enne di Rivori, che due anni fa ha scelto di mettere fine alla sua esistenza.
Un vaccino scaduto somministratogli quando era solo un bambino gli aveva causato non pochi problemi, provocandogli una ipotonia agli arti inferiori e superiori.
A tre anni, il piccolo Michele non riusciva neppure a mantenersi in piedi. Nonostante ciò non perde mai il sorriso.
Si sforza così tanto che impara, da solo, a camminare. La sua forza di volontà è più forte di qualsiasi malattia e Michele riesce a gestire la sua condizione.
Da adolescente decide di aprire un canale Youtube, per parlare ai giovani come lui.
Un’idea che a Michele costerà la vita. Il ragazzo viene infatti preso di mira da alcuni bulli, che si divertono a prenderlo in giro. Lo chiamano ‘handicappato’ e lo sottopongono a mille angherie.
Michele cerca di resistere, a casa non racconta nulla, per non dare preoccupazioni ai genitori e alla sorella.
Un giorno però il ragazzo crolla e decide che è ora è farla finita: il 23 febbraio del 2018 sale sul ponte di Alpignano e si butta giù.
La scoperta di una lettera finita nelle mani dei suoi coetanei
A due anni dalla sua morte, la famiglia del giovane Youtuber chiede che si faccia chiarezza sulla morte di un giovane che aveva ancora tutta la vita davanti a sé.
Prima di morire, Michele aveva scritto una lettera, indirizzata ad un amico, che lui aveva consegnato nelle mani di una ragazza.
Quella lettera finì nelle mani di altri ragazzi, che nonostante il suo contenuto, decisero di non avvisare i genitori di Michele, per cercare di fermare il suo tentativo di suicidio.
“Ti voglio un bene dell’anima, ma è arrivato il momento di dirti addio, spero che non mi dimenticherai facilmente anche perché quando ti arriverà questa lettera, io non ci sarò più”
si legge in un passaggio della commovente missiva.
Intanto, la famiglia del giovane youtuber aspetta ancora di conoscere la verità.
“Vorremmo che questi ragazzi che si sono macchiati di bullismo venissero rieducati, magari con i servizi sociali, con l’assistenza agli anziani, e restituiti alla società”
ha detto mamma Maria.
In memoria di Michele, la famiglia ha fondato l’associazione Miky Boys’, dedicata alla sensibilizzazione dei giovani alla lotta al bullismo.