Chi è l’imprenditrice occupata nella lotta allo spreco, promotrice del settore agroalimentare sostenibile: biografia e mission di Sara Roversi.
Sara Roversi è un’imprenditrice a 360° impegnata nel digitale, nel creative learning e nell’ambito del cibo eco sostenibile.
Una donna presente nel panorama europeo e non solo che vede nella filiera agroalimentare il futuro dell’innovazione e dell’eco-sostenibilità. Scopriamo chi è e qual è la sua mission: carriera e obiettivi.
Chi è Sara Roversi, la sua mission
Sara Roversi è un’imprenditrice molto dedita all’ambito dell’innovazione alimentare ma non solo. Appartiene a quella cerchia ristretta di figure protagoniste dell’innovazione al femminile che stanno invadendo lo scenario mondiale, non solo europeo.
Nel 2004 insieme al suo compagno di vita e marito Andrea Magelli ha fondato You Can Group e 9 anni dopo ha dato vita ad un’organizzazione rivoluzionaria nell’ambito della sostenibilità alimentare: Future Food Institute.
Diramato in giro per il mondo è arrivato fino agli Stati Uniti e in Giappone per costruire una nuova cultura e un nuovo approccio al cibo, allo spreco alimentare e alla concezione stessa di filiera. La diffusione della consapevolezza tra esiste una profonda connessione tra cibo, sostenibilità, clima e innovazione è primario per la Roversi. Con attività diverse quali laboratori e startup ha creato comunità interconnesse su innovazione e sostenibilità in campo alimentare. Il suo obiettivo è creare nuove food experience.
Nello scenario italiano è molto presente, in Tv ha partecipato alla trasmissione Il futuro del cibo in onda su Rai2 con lo chef Antonello Colonna.
Impegnata non solo nel Food
Impegnata anche nel digital marketing, dal 2010 è entrata a far parte del consiglio direttivo di Unindustria di Bologna. Non esita a voler impartire alle nuove generazioni la voglia di rendere la filiera agroalimentare più sostenibile: ha istituito un master program di livello internazionale chiamato Food innovation Program insieme al professor Matteo Vignoli.
Sara Roversi, si legge su WiseSociety.it, ha come mission quella di rendere tutti consapevoli che dalla filiera agroalimentare può partire l’innovazione, il cambiamento e soprattutto una maggiore eco sostenibilità:
il cibo muove il pianeta.
A fine settembre era presente nella prima giornata internazionale contro lo spreco alimentare, lei stessa insieme alla FAO ha dato un enorme contributo a realizzarla.
La sua sfida giorno per giorno
Giornalmente Sara Roversi si districa tra il pubblico e il privato in ambiente di innovazione alimentare: ha a che fare ogni giorno con urban farmer, food maker, tradizioni e innovazioni culinarie.
La sua stabilità e le sue radici sono a Bologna anche se spesso si reca a Tokyo, Shangai e San Francisco, il panorama mondiale dell’innovazione la attrae da sempre.
La Roversi, si legge su Wired.it, è affamata di sfide da combattere e intende farlo realizzando un potenziamento del settore alimentare: la gestione delle risorse, il comportamento verso l’ambiente (acqua, clima, aria, inquinamento) e soprattutto il rapporto tra la società in cui viviamo e gli alimenti.
Non esita ad affrontare anche argomenti più ostici come malnutrizione e sprechi alimentari oltre a puntare molto sull’organizzazione delle filiere agroalimentari.
Covid-19 e cibo, il ruolo delle filiere
In un’intervista di Wired è stato chiesto alla Roversi in che modo la pandemia abbia inficiato sugli equilibri globali nel settore alimentare:
La nostra connessione con il cibo è molto forte.
Ha continuato poi spiegando che i cittadini di tutto il mondo appena la pandemia è iniziata sono corsi a procurarsi il cibo, un bene essenziale e primario. Proprio in questa situazione pandemica sono venuti alla luce degli aspetti della filiera alimentari prima celati, delle distorsioni.
Nei supermercati ci sono tantissimi prodotti che provengono dall’estero e pochi invece di nostra produzione, un aspetto poco equilibrato a sua detta. La pandemia però ha provocato anche una conseguenza positiva secondo la Roversi: un’innovazione digitale che ha stimolato l’unione e l’aggregazione dei produttori.
Un altro cambiamento positivo secondo Sara Roversi ci lascia in eredità la pandemia. L’aumento della sensibilità del consumatore in materia di sostenibilità alimentare e sprechi è un dato positivo. A livello industriale si sta dando molto più valore allo scarto e alla produzione sostenibile ma anche a livello domestico lo spreco oggi è diminuito notevolmente.