Sono finalmente a casa di pescatori di Mazara del Vallo e le loro prime parole fanno capire la situazione che hanno dovuto vivere per tutta la durata del sequestro.
Grande felicità per la liberazione del pescatori di Mazara del Vallo e le prime parole dopo un incubo durato 108 giorni.
Le parole dei pescatori dopo il sequestro
È stata una notizia attesa da tempo e finalmente i 18 marinai del peschereggio dopo 108 giorni sono tornati a casa dai loro familiari. Sono partiti da Bengasi nella notte di venerdì 18 dicembre e sono approdati in 60 ore: al loro arrivo i familiari colmi di gioia e le autorità locali.
In un primo momento è stato svolto un controllo medico e poi il tampone, risultato negativo per tutti e 18 i marinai. Come riporta il Sole 24 Ore, le loro prime parole non sono state rassicuranti e hanno messo l’accento sullo scenario che hanno dovuto sopportare durante il loro sequestro.
Il comandante Pietro Marrone ha rilasciato due parole ai giornalisti, riportate poi dal quotidiano:
“siamo stati trattati malissimo”
Anche uno dei componenti dell’equipaggio ha voluto mettere in chiaro come siano stati trattati in quei giorni:
“siamo stati per settimane a piedi nudi, ci hanno trattato molto male”
Uno scenario che fa rabbrividire nel pensare a 108 giorni di prigionia tra dubbi e incertezze.
Il Sindaco vuole risposte
Il Sindaco Salvatore Quinci, sempre al quotidiano, si definisce contento e soddisfatto per questo epilogo ma chiede risposte:
“ci dicano se possiamo continuare a lavorare o se dobbiamo tirare i remi in barca”
Per questo motivo chiede diretto all’Unione Europea di risolvere quanto prima la questione dei confini marittimi che ci sono con la Libia. Il Sindaco spiega che la pesca da lavoro a 600 persone e chiede a muso duro che ora si intervenga per mettere questa situazione in regola, dopo il fatto grave accaduto.