Rosario Livatino, giudice assassinato dalla mafia siciliana: Papa Francesco ne ha riconosciuto la beatificazione. Biografia del ‘giudice ragazzino’.
Rosario Livatino era un giudice siciliano che nel 1990 fu assassinato dalla Stidda: era uno dei magistrati più giovani a indagare sui casi di mafia e fu etichettato post mortem come ‘il giudice ragazzino’.
Scopriamo chi era il giudice ragazzino: vita, omicidio e beatificazione di Papa Francesco.
Chi era il magistrato Rosario Angelo Livatino
Rosario Angelo Livatino è nato in Sicilia, a Canicattì, nel 1952 ed è morto nel 1990 a 37 anni mentre si dirigeva ad Agrigento.
Il padre di Livatino lavorava come esattore per il comune e sua madre si chiamava Rosalia Corbo. Rosario ha frequentato il liceo classico e nel 1975 si è laureato a Palermo in Giurisprudenza con il massimo de voti e la lode a coronamento.
Nel 1977 ha ricoperto il ruolo di vicedirettore per un periodo di prova per 12 mesi nell’Ufficio del Registro ad Agrigento.
L’anno successivo è rientrato nei primi vincitori del concorso per diventare magistrato, iniziò così il suo percorso al tribunale di Caltanissetta.
Livatino ha ricoperto la carica di sostituto procuratore nel ’79 ad Agrigento fino al 1989 quando divenne giudice a latere. In questo incarico di giudice a latere il suo compito era badare alle misure di prevenzione.
Si legge su Famiglia Cristiana che Livatino era fortemente credente e legato alla religione cristiana ma era in grado di rimanere freddamente razionale sul piano lavorativo.
La sentenza che condannò i suoi sicari e i mandanti del suo assassinio spiega il perché Livatino fu ucciso:
perseguiva le cosche mafiose impedendone l’attività criminale.
Il lavoro svolto dal giovane giudice era di contrasto rispetto agli altri che invece lasciavano che la mafia si ergesse sulla legge proliferando ed espandendosi a trama fitta. Fu questo il motivo che spinse la Stidda a pianificare la sua morte.
L’omicidio mafioso sulla statale 640
Cassiga: il ‘giudice ragazzino’
Livatino ha lasciato molti scritti dai quali si può facilmente evincere la sua personalità razionale, coerente e saggia: era un professionista consapevole della situazione in cui lavorava e molto colto.
Non è definibile come un giovane magistrato in preda ad ardori dettati dalla gioventù come sembrava insinuare invece Francesco Cassiga dopo la sua morte.
Dopo circa un anno dal suo assassinio Cassiga ebbe qualcosa da ridire in merito ai giovani magistrati che avevano a che fare con problematiche legate alla mafia coniando l’espressione ‘giudici ragazzini’.
L’opinione pubblico credette che tale espressione fosse indirizzata appunto anche Rosario Livatino ma Cassiga smentì anni dopo qualunque potenziale allusione.
Sulle note di questo termine coniato da Cassiga, in molti ricordarono Livatino come ‘giudice ragazzino’. Da questo fu scritto poi l’omonimo libro di Nando Dalla Chiesa. La figura di Livatino appare anche nel film Il giudice ragazzino di Alessandro Di Robilant (1994).
Nel 2016 Davide Lorenzano ha realizzato un interessante documentario sulla vita di Livatino: comportamento, infanzia, carattere e storie inedite con immagini relative.
Beatificazione di Papa Francesco
Carmelo Ferraro, vescovo siciliano di Agrigento, diede inizio alla pratica di beatificazione della persona di Livatino. Incaricò infatti la raccolta delle testimonianze che avrebbero concorso all’assegnazione di beatitudine.
Nel 2011 la diocesi firmò il decreto che dava ufficialmente inizio al processo di beatificazione che si aprì a Canicattì nell’autunno del medesimo anno.