La collaboratrice di Navalny è al momento irraggiungibile al telefono dopo essere stata portata via di forza dalla propria abitazione.
L’oppositore di Vladimir Putin, il dissidente Alexei Navalny avrebbe denunciato in mattinata l’arresto di una sua collaboratrice. Al momento non si conoscono i motivi dietro il gesto ma secondo l’uomo, il tutto sarebbe collegato ad una telefonata.
Il rapimento potrebbe essere legato all’avvelenamento subito da Navalny
Navalny, infatti, avrebbe fatto ammettere ad un agente di sicurezza di essere stato lui ad avvelenarlo. Inoltre, come raccontato dallo stesso su Twitter, i poliziotti avrebbero sfondato la porta di casa della donna per portarla via.
“Oggi, la polizia è arrivata all’appartamento di Lyubov Sobol alle 7 del mattino”.
Questo il tweet rilasciato dal Fondo Anticorruzione di Navaly. La donna sarebbe sparita nel nulla. Il telefono risulterebbe spento e sia la portavoce di Navalny, Kira Yarmyash, sia il capo del fondo di Navalny, Ivan Zhdanov, non avrebbero idea di dove sia la loro collega.
Possibile sia stata aperta un’inchiesta contro la collaboratrice
Il team di Navalny, inoltre, non ha dubbi, questa sparizione può solamente significare l’apertura di un’inchiesta ai danni della loro collaboratrice.
Ricordiamo, infine, come Alexei Navalny collassò durante il volo da Tomsk a Mosca lo scorso 29 agosto. Il tutto portò ad un atterraggio d’emergenza ad Omsk dove fu ricoverato un paio di giorni prima di essere trasportato a Berlino.
Dalle analisi non risultò nessun tipo di veleno ma bensì una micidiale neurotossina di origine sovietica denominata il Novichok. Quest’ultima è stata rilevata in ben 3 laboratori: in Germania, Francia e Svezia. Inoltre anche gli esperti dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) notarono la presenza della tossina nel corpo di Navalny.
Quindi, non resta che sperare che la faccenda si risolva per il meglio e che arrivino presto nuovi dettagli sulla sparizione della collaboratrice dell’oppositore russo.