A causa del virus il Ministero dei Beni Culturali non rinnova diversi contratti

A causa del virus molti lavoratori vedranno il proprio contratto scadere senza ricevere alcun rinnovo nel 2021.

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Sarebbero almeno 100 i contratti che non sono stati rinnovati.

Sarebbero almeno un centinaio i lavoratori costretti a trascorrere questo capodanno tra dubbi ed incertezze. Il motivo sarebbe il mancato rinnovo del proprio contratto lavorativo a causa del virus che ha tolto certezze sulla riapertura.

I lavori a rischio sarebbero quelli legati alla manutenzione di siti archeologici

I posti che sarebbero più a rischio riguardano i ruoli da sorvegliante ma non solo. Anche i posti degli addetti alla manutenzione e ai restauri di vari siti archeologici tra cui gli Uffizi di Firenze, la Reggia di Caserta e il parco archeologico di Pompei sarebbero a rischio.

I dipendenti di tutte le categorie appena citate, infatti, vedranno scadere il proprio contratto alla fine dell’anno senza avere nessuna certezza sul futuro.

Solo una riapertura dei siti potrebbe salvare i posti di lavoro

Al momento l’unico modo per uscire da questa situazione sarebbe la possibile riapertura dei siti archeologici citati. Nonostante la promessa di non lasciare indietro nessuno del ministro dell’Economia Gualtieri, quindi, la realtà si sta dimostrando ben diversa.

Da questo punto di vista sembra indicativa la vicenda che ha avuto come protagonista la Ales Spa. Quest’ultima, infatti, la quale possiede il 100% delle quote detenute dal Ministero dei beni culturali e del turismo, è stata costretta a rinunciare a diversi posti di lavoro.

“La società ha recentemente dichiarato che non provvederà al rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza di centinaia di lavoratori addetti alla sorveglianza, alla manutenzione e ai restauri, in ragione della necessità di limitare la spesa destinata al personale”.

Questa vicenda, infine, sarebbe stata portata in Parlamento dalla senatrice del Movimento 5 Stelle, Virginia La Mura. La senatrice ha interrogato, infatti, il diretto interessato: il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini.

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