Il premier Conte ha tenuto una conferenza stampa di fine anno per rispondere alle domande dei giornalisti. Una sorta di riassunto di ciò che è accaduto durante l’anno e le previsioni per il prossimo.
I temi toccati nel corso della Conferenza Stampa di Conte, sono stati svariati. Non è mancato, ovviamente, l’accenno al Recovery Plan.
Un minuto di silenzio per le vittime della pandemia
La conferenza stampa del premier Conte, in occasione della fine dell’anno, si è tenuta a Villa Madama. L’appuntamento è stato organizzato proprio dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Ha collaborato l’Associazione della Stampa Parlamentare.
Si tratta di una conferenza atipica rispetto alle altre che si sono svolte in questi mesi, a cui hanno potuto partecipare soltanto pochi eletti, spesso in fascia notturna. E di questo i giornalisti sono stati grati.
L’appuntamento è stato moderato da Carlo Verna, presidente dell’Ordine dei Giornalisti, il quale ha ritenuto giusto, ad inizio conferenza, dedicare un minuto di silenzio a tutte le vittime della pandemia e, non solo, anche a tutti coloro che, in questo anno funesto, ci hanno lasciato.
I temi toccati
La conferenza è stata molto lunga, iniziando attorno alle 11, ma ha dato voce a tante domande, che hanno spaziato attraverso temi molto importanti per il futuro del paese.
Un tema su tutti è stato il Recovery Plan. Per Conte è necessario quanto prima, presentare il piano altrimenti si resta fuori da un’opportunità molto importante per il nostro paese.
Le critiche sono bene accette, per il premier, ma soltanto se sono costruttive. Perciò, sin dai primi giorni del nuovo anno, si deve andare al governo. Non si può governare senza l’appoggio delle forze di maggioranza.
Riflettori puntati anche sul tema del vaccino e al piano vaccinale italiano. Conte ha rimarcato che il giorno 27 dicembre, detto vaxing day, è stato molto importante per il paese.
Certo, c’è ancora da attendere affinché le vaccinazioni siano di massa. Lui stesso, attenderà il suo turno e, si sottoporrà al vaccino, quando gli sarà possibile. Una cosa è certa, il vaccino non sarà obbligatorio.
Non è escluso che, in futuro, il governo possa prendere in considerazione l’idea di un certificato per chi il vaccino lo farà. Un certificato che potrebbe garantire una mobilità diversa tra vaccinati e non.
Il premier ha mostrato solidarietà alla prima infermiera vaccinata, Claudia Alivernini, che è stata vittima di Cyber bullismo. Inoltre, chiede a tutti uno sforzo mettendo da parte le ideologie. Vaccinarsi è un atto di solidarietà verso tutta la comunità.
All’inizio non si era convinti che questo sistema a fasce, non avrebbe funzionato. Chi chiedeva il lockdown generalizzato non capiva che alcune zone d’Italia non lo meritavano. Il governo ha avuto difficoltà a far comprendere il sistema di suddivisione a fasce. Perciò, a livello nazionale il governo ha dovuto imporsi.
Si è trattato di un sistema sperimentale. Tutto il governo è stato consapevole di questo sistema elaborato dallo stesso governo, in associazione con il Cts. Un sistema che permette interventi dosati, mirati e chirurgici che poteva essere introdotto prima ma non è stato possibile.
Se l’Italia, a inizio pandemia, non è stata pronta e, spesso, considerata in ritardo nell’adozione di misure, Conte ha affermato che bisogna tenere a mente che il nostro paese è stato il primo occidentale a dover affrontare il virus.
Successivamente, anche i rappresentanti dei governi territoriali lo hanno accettato e si sono adeguati. Il sistema per fasce continuerà fino a quando il sistema mostrerà di tenere. Se i contagi dovessero aumentare, il sistema potrebbe subire dei ritocchi.
Per quanto riguarda la riapertura delle scuole in data 7 gennaio, probabilmente sarà possibile il rientro degli studenti in fascia mista, al 50%.