Era stato annunciato uno slittamento ulteriore del processo per l’omicidio di Serena Mollicone per carenza di giudici.
Il gesto del giudice Capurso permetterebbe al processo, già rimandato diverse volte, di svolgersi con regolarità.
Serena Mollicone, dopo anni di attesa il processo slitta ancora?
Sono passati già quasi venti anni dalla morte terribile di Serena Mollicone. La studentessa di Frosinone scomparve il 1 giugno 2001 in condizioni misteriose dopo essersi recata in caserma ad Arce.
Il processo ai 5 imputati ritenuti responsabili della morte della ragazza è stato lungo e costellato di errori e tentativi di depistaggio fino alla clamorosa svolta di pochi mesi fa.
Tutti e 5 infatti, 3 carabinieri più moglie e figlio del Maresciallo Mottola sono stati rinviati a giudizio.
Il processo era stato inizialmente previsto per il 15 gennaio 2021, successivamente era stato spostato a marzo
Ennesima brutta notizia per la famiglia Mollicone che da anni attende giustizia, tanto che in questi anni il papà di Serena è deceduto e non potrà partecipare.
La decisione era stata accolta con sconforto: si sarebbe dovuto rimandare ancora il processo fino al 19 marzo 2021.
Il giudice rinuncia alla pensione: il gesto commovente
La motivazione che ha costretto all’annuncio del rinvio del processo è di natura “tecnica”.
Al Tribunale di Cassino mancavano due magistrati necessari per comporre il collegio di giudici della Corte d’Assise.
Il procuratore capo Luciano D’Emmanuele negli scorsi mesi aveva rivolto degli appelli per cercare di risolvere questo problema che rischiava di far slittare ulteriormente un processo già da 19 anni atteso da tutti.
A rispondere in maniera sorprendente all’appello è stato il presidente del Tribunale di Cassino Massimo Capurso. Il magistrato ha deciso di rinunciare ad andare in pensione nei tempi previsti- 1 gennaio- per permettere che il processo si possa svolgere regolarmente.
Tale decisione è stata presa per il timore che gli appelli al Csm, al Ministero ed alla Corte d’Appello di Roma continuino a rimanere inascoltati, come riporta anche La Repubblica.
A giudizio tra pochi mesi dunque andranno i cinque imputati: l’ex comandante della caserma di Arce Franco Mottola, sua moglie Anna Maria ed il figlio Marco, assieme al maresciallo Quatrale e all’appuntato Suprano.
I cinque sono indagati per le morti di Serena Mollicone ed il conseguente suicidio del brigadiere Santino Tuzi.
La famiglia Mollicone e la figlia di Tuzi attendono da troppi anni di ricevere giustizia per quanto accaduto ai loro cari.