La riapertura delle scuole dovrebbe avvenire il prossimo 7 gennaio. Per lo Snals, però, si tratta di una scelta troppo rischiosa.
Anche molti governatori sono preoccupati per la riapertura delle scuole.
I contagi non accennano a calare
A quattro giorni dalla riapertura delle scuole aumentano gli scetticismi. In particolare, i governatori delle regioni si dicono preoccupati. Bonaccini, pur essendo pronto a riaprire le scuole nella sua Emilia Romagna, ha chiesto un nuovo tavolo di confronto al Governo.
Il governatore più scettico di tutti, resta De Luca che, in Campania, aveva chiuso anche asili ed elementari. Al momento, ha stilato una sorta di calendario per una eventuale ripresa dilazionata del ritorno sui banchi.
Zingaretti si è detto in linea con le decisioni del Governo, Zaia, invece è particolarmente preoccupato. La Azzolina è determinata sulla sua linea come i renziani che si sono sempre detti pronti al rientro sui banchi.
Chiesto rinvio
Il segretario dello Snals, Elvira Serafini, ha affermato che la riapertura delle scuole potrebbe essere rischiosa e, con il suo sindacato, uno dei più influenti, ha richiesto un rinvio al 18 gennaio. Una data che potrebbe far chiarire meglio la situazione epidemiologica dell’Italia.
Scettica anche la Cisl scuola che, nella figura di Maddalena Gissi, ha affermato che le famiglie sono confuse e i dirigenti scolastici allo stremo. Le sue parole sono state riportate da Ansa:
“Manca un’idea complessiva di sistema e tutto passa attraverso soluzioni tampone che non fanno il bene dei nostri alunni e del futuro del Paese. Il 7 si rientrerà? La soluzione sarà estratta il giorno della Befana come succedeva un tempo con la Lotteria Italia!”.
Ha affermato la sindacalista con ironia.
Per Pino Turi, segretario della Uil scuola, invece, si dovrebbe pensare all’accordo sulla sicurezza siglato ad agosto e ripartire da quel punto.