Rigettata l’istanza di scarcerazione dell’indagata: avrebbe ucciso i genitori dell’ex fidanzato, tagliato i cadaveri con una sega elettrica e riposto i resti nei bagagli.
La scomparsa della coppia era avvenuta i primi di novembre 2015. Poi il ritrovamento dei cadaveri lo scorso dicembre e l’incarcerazione della donna.
L’istanza respinta
Elona Kalesha, donna albanese di 36 anni, è stata incarcerata lo scorso dicembre con l’accusa di duplice omicidio, occultamento e vilipendio dei cadaveri.
L’istanza di scarcerazione presentata da Federico Febbo e Antonio D’Orzi, i legali della donna, non è stata accolta dal Tribunale del Riesame.
L’indagata è dietro le sbarre in seguito al ritrovamento delle valigie che contenevano i corpi tagliati a metà di Shpetim e Tauta Pasho, scomparsi all’eta di 55 e 52 anni. I due erano i genitori di Taulant Pasho, l’ex fidanzato di Kalesha.
È proprio lo scorso dicembre, a 5 anni dell’omicidio e in modo del tutto fortuito, che i bagagli sono stati rinvenuti. Erano in un campo confinante con la recinzione posteriore del carcere fiorentino di Sollicciano, dove, ironia della sorte, si trova adesso Kalesha.
Non può rimanere in libertà perché potrebbe uccidere di nuovo né ritornare in patria, perché secondo il giudice la donna è:
“stabilmente inserita in un circuito criminale di relazioni strette con persone con notevoli calibro delinquenziale”.
La ricostruzione dell’accaduto
Le indagini stanno ricostruendo passo passo tutti i tasselli dell’agghiacciante vicenda.
Tra il 20 ottobre ed il 5 novembre 2015 la sospetta assassina ha affittato l’appartamento per far alloggiare Shpetim e Tauta Pasho. La proprietaria afferma di non aver mai incontrato Kalesha, che ha effettuato il pagamento tramite bonifico.
Proprio quando il figlio dei due era all’estero, avvenne l’omicidio. Tra il 1° e il 2 novembre padre e madre vengono ammazzati: l’uomo è stato accoltellato alla gola con una lama lunga circa 8 centimetri, la donna invece è morta per soffocamento.
Entrambi poi sono stati fatti letteralmente a pezzi con una sega elettrica.
Pianificazione di un omicidio
Il ritrovamento delle 4 valigie contenenti i due cadaveri fatti a pezzi è un cliché tra letteratura e cinema.
In particolare richiama alla mente il film capolavoro di Lina Wertmuller del 1975, Pasqualino Settebellezze, dove è doviziosamente raccontato lo stratagemma utilizzato dal protagonista per disfarsi del cadavere ucciso per sbaglio: Pasqualino taglia il corpulento uomo privo di vita e distribuisce i pezzi in 6 valigie che spedisce verso destinazioni diverse.
Convinto della scaltrezza dell’espediente, immediatamente è scoperto e ribattezzato “il mostro di Napoli”.
Contorni tragicamente grotteschi caratterizzano anche Elona Kalesha che al contrario del personaggio di Wertmuller sembra aver pianificato con agghiacciante lucidità l’omicidio.
Infatti si sarebbe avvalsa di un aiutante. Kalesha è alta 1.61 cm e gli inquirenti sono sicuri che per effettuare le faticose operazioni di occultamento e trasporto dei cadaveri si sia avvalsa di un complice.
Il movente di tanta crudeltà sarebbe stato il denaro appartenente alla coppia: 40.000 euro.