Ristoratori e baristi stanno organizzando proteste in tutta Italia. La loro categoria è una delle più penalizzate dalla pandemia.
Tavole apparecchiate in piazza e consegne dei grembiuli, queste sono alcune delle proteste dei ristoratori e baristi in tutta Italia.
Manifestazioni a Trento e Bari
Le proteste dei ristoratori e dei baristi, in tutta la Penisola, hanno solo una finalità: quella di avere la possibilità di riaprire al pubblico, in sicurezza e non a singhiozzo.
Il prossimo Dpcm, che dovrebbe entrare in vigore dal 16 gennaio, infatti, ha in programma, secondo le indiscrezioni, una stretta ulteriore sul settore. In particolare, sull’asporto dei bar dopo le 18:00.
Nella città di Trento, sono scesi in piazza i grembiuli bianchi di Fipe-Confcommercio, Fiepet-Confesercenti insieme all’Associazione dei pubblici esercizi del Trentino.
Si è trattato di circa 250 imprenditori che in un corteo di auto, sono arrivati fino al Commissariato del Governo. Simbolicamente, hanno deciso di consegnare i loro grembiuli bianchi a Sandro Lombardi, il prefetto.
Come ha riportato Ansa, il presidente Fipe, Marco Fontanari, ha affermato:
“La nostra categoria conta in Trentino 3.500 aziende, che con responsabilità e investimenti hanno affrontato la pandemia cercando di rendere sicuri il più possibile i nostri luoghi”.
Una protesta simile è stata organizzata anche a Bari dove, davanti al Palazzo della Prefettura, in piazza della Libertà, è stata apparecchiata una tavola di tutto punto. I ristoratori e baristi hanno chiesto non solo ristori immediati ma anche ulteriori risposte da parte della Prefettura. Il presidio simbolico, hanno annunciato che durerà ad oltranza.
La disobbedienza civile pacifica
Tra le altre proteste, a Padova gli operatori del settore hanno steso davanti alla Prefettura, un lungo tappeto nero, lungo venti metri, e suddiviso in fasce di colore.
Sui social, ristoratori e baristi si stanno organizzando in una sorta di disobbedienza civile. Alcuni, infatti, si sono uniti all’iniziativa #ioapro dove, i ristoratori hanno deciso di apparecchiare i loro tavoli ed aprire per la cena.
Ovviamente, rispettando le restrizioni, non si potrà consumare la cena ma i clienti potranno sedersi lo stesso e, se lo vorranno, scattarsi una foto da condividere per solidarizzare con la categoria.