La cassazione ha confermato l’ergastolo per Giosué Ruotolo, l’autore dell’omicidio di Pordenone del 17 marzo 2015. Un omicidio premeditato per gelosia.
Nell’omicidio di Pordenone vennero uccisi Teresa Costanza e Trifone Ragone, due fidanzati.
La conferma è arrivata dalla Cassazione
Nell’omicidio di Pordenone, accaduto il 17 marzo del 2015, vennero uccisi i due fidanzati Teresa Costanza e Trifone Ragone per futili motivi di gelosia. Per la loro uccisione, la Cassazione ha confermato l’ergastolo per Giosuè Ruotolo.
Il delitto, secondo la Corte di Assise di Appello, è stato premeditato da Ruotolo e studiato in tutti i dettagli. Per lui, infatti, uccidere i due fidanzati significava eliminare dei rivali.
Pier Umberto Vallerin, pm, in primo grado aveva affermato che l’ex militare:
“aveva commesso gli omicidi per salvare la sua carriera. L’odio verso Trifone e la gelosia verso Teresa lo avevano assalito già da tempo. Togliendoli di mezzo sparivano due minacce viventi, due persone verso cui covava odio già da tempo”.
Cosa accadde
Quando si macchiò del delitto, Ruotolo aveva 28 anni. L’ex militare, originario di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, utilizzò una pistola per esplodere sette colpi che raggiunsero, prima il collega e poi la compagna. nel parcheggio del Palazzetto dello Sport di Pordenone.
I colpi vennero esplosi molto da vicino, poco prima che Trifone Ragone entrasse nella sua vettura. L’uomo era anch’egli un militare. Era nato ad Adelfia, in provincia di Bari e aveva 28 anni. La sua fidanzata Teresa Costanza era un’assicuratrice. Lavorava a Milano ma aveva origini sicule. Quando ha visto la morte aveva 30 anni.
Ruotolo temeva che Ragone lo avrebbe denunciato per una serie di messaggi molesti che avrebbe inviato sui social a Teresa. Una denuncia che, avrebbe potuto negare a Ruotolo, la carriera da finanziere.