La direttrice della scuola materna di Torino afferma di non aver licenziato la maestra dopo il video hard. Ecco cosa sarebbe realmente successo.
Si ritorna a parlare della vicenda che ha coinvolto, qualche tempo fa, una maestra d’asilo di Torino.
Il suo ex fidanzato diffuse un suo video intimo, tanto da farlo arrivare – via WhatsApp – ai genitori dei suoi piccoli alunni.
Una vicenda che provocò, nell’immediato, la perdita del lavoro di insegnante, ma la direttrice della scuola si difende: “Non l’ho licenziata“.
Maestra licenziata dopo video hard, la direttrice dà una versione diversa dei fatti
La direttrice della scuola materna, dove lavorava la maestra che è balzata agli onori della cronaca, per un video hard diffuso – senza autorizzazione – dal suo ex, afferma di non averla licenziata dopo l’accaduto.
La donna, infatti, afferma che è stata la stessa insegnante a presentare le proprie dimissioni, in quanto non sarebbe stata in grado di parlare – come prima – ai genitori dei bambini.
Ecco le sue parole in merito:
“Io non l’ho licenziata e non avevo intenzione di farlo. È stata lei a dimettersi di propria iniziativa. Diceva che non si sentiva più in grado di guardare in viso i genitori dei bimbi”.
La vicenda, svoltasi nel 2018, ha creato non pochi problemi alla maestra che, nei fatti, è vittima di revenge porn. Tali dichiarazioni sono state rilasciate dalla direttrice al Tribunale di Torino.
La maestra si è dimessa da sola?
Una domanda che in molti si sono posti e che, secondo la direttrice della scuola in cui la insegnante lavorava, pare che la risposta sia affermativa, secondo le sue recenti dichiarazioni.
Lei era sconvolta. Piangeva. Le avevo suggerito di andare da un avvocato o dai carabinieri. Spiegò che non lo aveva fatto perché amava il suo ragazzo. Sosteneva che avrei dovuto licenziarla o che in alternativa si sarebbe dimessa. Abbracciò sue colleghe, mi salutò ringraziandomi e se ne andò.
Nell’inchiesta, al momento, sono cinque le persone indagate per diversi reati, tra i quali annoveriamo quelli di diffamazione, violenza privata e divulgazione di materiale privato. Tra loro anche la stessa direttrice dell’asilo.