Sarà vietato da domani, martedì 19 gennaio, fumare all’aperto a Milano, fatta eccezione dei luoghi “isolati”.
Precisamente 17 anni fa, il 16 gennaio del 2003, il Parlamento italiano varava la legge antifumo nei locali chiusi.
Al bando le bionde
Il divieto di fumare all’aperto fa parte delle norme contenute nel “Regolamento per la qualità dell’aria” passato il 19 novembre 2020.
Nel divieto è fatto obbligo di Non fumare nel raggio di dieci metri da altre persone, cominciando dalle fermate di bus e tram, ma anche in spazi aperti come i parchi o allo stadio.
Per coloro che trasgrediscono sono previste delle sanzioni che vanno da 40 fino anche a 240 euro. Come è facile aspettarsi, all’inizio ci sarà una certa elasticità nell’applicare la norma.
Alla fatidica decisione di liberare l’aria del fumo delle sigarette, oltre che dell’incredibile quantità di mozziconi gettati in terra, è già arrivata la Svezia.
Infatti nel Paese scandinavo è vietato dal primo luglio del 2019 fumare non solo in luoghi chiusi come bar e ristoranti, ma anche in alcuni luoghi all’aperto come fermate dell’autobus, nelle stazioni ferroviarie e nei parco giochi.
Stretta sul fumo
Nel gennaio 2019 il sindaco Beppe Sala aveva già in mente questa proposta in agenda, tanto da affermare, come allora riportò il Sole24ore:
“Entro il 2030 non permetteremo più di fumare all’aperto. E subito, o a breve, sarà vietato fumare o alle fermate dell’autobus o durante le code per i nostri servizi”.
Promessa mantenuta dal sindaco meneghino. Come si legge su Fanpage, l’emergenza sanitaria in corso, con la Lombardia in “zona rossa”, ha incentivato Palazzo Marino a iniziare in modo “soft” .
Come avviene in ogni provvedimento, l’atteggiamento degli agenti della polizia locale sarà quello di informare, aiutati dai cartelli circa il nuovo divieto.
D’altra parte questo è il nuovo trend, infatti sono diversi i Paesi che hanno intrapreso questa stessa strada, partendo proprio dai luoghi più affollati come le fermate degli autobus e i parco giochi.