Sono tornate in piazza a Montecitorio le imprenditrici delle sale da gioco penalizzate dalla chiusura protratta delle loro attività.
Una manifestazione al femminile delle lavoratrici del gioco pubblico.
La protesta a Montecitorio
Si sono ritrovate oggi a Roma per esprimere il loro dissenso contro la chiusura delle sale giochi, sale scommesse e le sale bingo. Una notizia che era stata anticipata da diverse testate giornalistiche di rilievo come Ansa e Sky Tg24.
Quello che è avvenuto oggi è il secondo sit-in, che segue quello di una settimana fa, presentato davanti alla Camera dei Deputati.
Si tratta di una manifestazione, che le organizzatrici hanno definito:
“necessaria e improrogabile”,
E questo nonostante l’attuale crisi di Governo in corso. Secondo quanto riferisce il Mattino, le richieste delle manifestanti che arriveranno al Governo, rivela l’Agimeg (Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco), sono di avere date sicure circa la riapertura delle attività, in modo da sopravvivere e ripartire.
Riapertura certa
Geronimo Cardia, presidente di Acadi, l’associazione dei concessionari del gioco pubblico, in una nota ha affermato riguardo la manifestazione:
“Il prolungato blocco del settore del gioco sta provocando una proliferazione delle attività illecite”.
Inoltre il presidente di Acadi ha ribadito che questa dinamica è stata messa in rilievo dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Nel Lazio e nell’Abruzzo l’illegalità sta prendendo sempre più piede l’attività illecita. Geronimo Cardia, ha sottolineato che si tratta di un dato che:
“si inserisce all’interno del trend nazionale, caratterizzato da forti criticità”
Questo rischia di mettere in discussione una fonte di entrata delle casse dello Stato, infatti nel 2019 questo comparto ha garantito un gettito erariale da circa 11,5 miliardi.
Senza considerare che si tratta di un settore che coinvolge oltre 100mila persone.
Con la manifestazione di oggi le imprenditrici di settore vogliono portare a conoscenza del Governo come si sia arrivati ad una situazione insostenibile.
Viene chiesto al Governo lo stesso trattamento riservato agli altri settori, in quanto quelli stanziati sino a oggi sono insufficienti.