Il medico si trova ai domiciliari ma la procura di Brescia sta ancora indagando sugli episodi successi a marzo 2020.
Il dottore di 47 anni è accusato di omicidio volontario di due pazienti.
Indagini in corso
I Nas (Nucleo Antisofisticazioni e Sanità) hanno arrestato un medico 47enne con l’accusa di omicidio volontario di due persone.
Il medico era ancora in servizio al pronto soccorso dell’ospedale di Brescia.
Gli agenti hanno indagato e raccolto informazioni che potrebbero collegare alcuni decessi a delle pratiche adottate intenzionalmente dal dottore.
Secondo quanto è emerso dalle indagini della procura di Brescia, il dottore ha somministrato a pazienti contagiati da coronavirus, farmaci anestetici e bloccanti neuromuscolari provocando la morte dei due.
Gli accertamenti sono stati svolti a due mesi dell’accaduto e gli episodi risalgono a marzo dello scorso anno, nel mezzo della pandemia in cui soprattutto nel nord Italia gli ospedali erano sovraffollati.
Ma grazie anche agli accertamenti tecnici di medicina legale disposti dall’autorità giudiziaria, si è potuto risalire alle cartelle cliniche, dove è stato registrato un aggravamento rapido delle condizioni dei pazienti. Il motivo sembra indefinibile.
Farmaci letali e il risultato dell’autopsia
Tre salme sono state esaminate. Dalle indagini di natura autoptica e tossicologica è emerso che in una salma, all’interno di tessuti e organi, vi era la presenza di un farmaco anestetico e miorilassante, usato nel processo di intubazione e sedazione del paziente.
Questo farmaco può causare la morte se usato con procedure e dosaggi sbagliati.
Dalle cartelle cliniche dei deceduti non risultava la somministrazione di questi medicinali tranne che nei pazienti intubati.
Addirittura si è ipotizzato a carico dell’indagato anche il reato di falso in atto pubblico.
Il medico attualmente si trova agli arresti domiciliari per aver somministrato farmaci non adatti che hanno determinato la morte dei pazienti con una letale depressione respiratoria.