Sostenuto dai 5 Stelle, dal Partito Democratico, l’avvocato del popolo ha intrapreso la strada del Conte-ter.
Da palazzo Chigi la notizia ufficiale è stata data alle ore 19.20.
Verso il Conte-ter
A palazzo Madama la frenesia della caccia ai costruttori ha lasciato il posto allo scorrere greve del tempo.
Dopo incontri e telefonate, dinieghi e suggerimenti, Giuseppe Conte ha deciso che andrà al Colle domani per rassegnare le dimissioni.
Si evita così il Senato che attendeva la relazione sulla giustizia del Guardasigilli Alfonso Bonafede. Ma i numeri non c’erano e la mancata accoglienza dei senatori avrebbe portato dritto al voto.
Il percorso verso il Colle, che moltissimi tra i costruttori indicavano come l’unico possibile, elude le elezioni. Le dimissioni annunciate, aprono una crisi di governo lampo per dare vita a un Conte.-ter.
Il primo appuntamento è domani alle ore 9.00 al consiglio dei ministri, appena convocato, dove l’avvocato del popolo motiverà la propria volontà di dimettersi. A seguire rassegnerà le dimissioni a Sergio Mattarella.
Le reazioni di Pd e 5 Stelle
Un sospiro di sollievo per i 5 Stelle e il Partito Democratico che auspicavano un Conte-ter senza rischiare di passare per le elezioni.
Nella giornata di oggi molte esponenti dei due partiti avevano profuso le loro posizioni durante trasmissioni radiofoniche e televisive. Tra cui il leader Nicola Zingaretti che ha affermato come il Pd fosse al lavoro per:
“garantire un governo autorevole, con una base parlamentare ampia, forte impatto europeista” ha ribadito alla radio web Immagina la posizione”
La posizione dei 5 Stelle al fianco e a sostegno di Conte veniva ribadita da Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri, nella trasmissione Un giorno da pecora su Radio 1.
Adesso si delineano nuove equilibri, da costruire con i democratici, i pentastellati, le forze moderate del centro destra e qualche fuoriuscita di Iv.