Il sistema immunitario dei “resistenti” al covid è al momento oggetto di studio. Si tratta, infatti, di persone che pur vivendo insieme a positivi, non contraggono la malattia.
Intanto, si fa strada anche l’ipotesi che i “resistenti” al covid abbiano dei geni particolari.
Varie teorie
I “resistenti” al covid sono dei soggetti che, pur vivendo a stretto contatto con chi ha contratto la malattia, mangiando insieme, dormendo con loro e dividendo gli stessi spazi, non contraggono il virus.
Per capire il meccanismo che fa sì che questi soggetti non sviluppino la malattia, gli studiosi hanno bisogno di tempo. Intanto, si fanno strada tra loro diverse ipotesi. Da un lato, un sistema immunitario forte che schermerebbe il virus. Dall’altro, invece, si pensa ad un possibile codice genetico particolare.
La tematica, però, è complessa. L’immunità, infatti, potrebbe essere data non soltanto dagli anticorpi (che tende a scomparire) ma anche dalle cellulare. L’immunità cellulare è quella che manterrebbe la memoria nel tempo.
Il caso di Alessandro e Valeria
Alessandro Antonini e Valeria Fabbretti sono una coppia di Terni che vive a Milano. L’anno scorso, Alessandro si è ammalato di quella che credevano fosse una semplice polmonite. Valeria gli è stata accanto durante la degenza per accudirlo, nonché convivente.
Soltanto qualche mese dopo, la coppia avrebbe scoperto che quella di Alessandro, in realtà, era covid. I due, infatti, si sono sottoposti entrambi al test sierologico. Ma se Alessandro ha contratto il virus Valeria no.
“Quando c’è una pandemia i fattori in gioco sono il patogeno, l’ospite e l’ambiente, ossia il contesto in cui si sviluppa l’infezione. Noi ci siamo concentrati sulla seconda, che è fondamentale. Se il virus è lo stesso allora è chiaro che la differenza la fa l’ospite. Questo accade sempre, con tutte le infezioni”.
Questa la spiegazione di Giuseppe Novelli, genetista del policlinico Tor Vergata di Roma.