Il giudice per l’udienza preliminare ha ascoltato Conte in merito al ritardo nello sbarco dei 131 migranti a bordo della nave della Guardia costiera.
E’ stato ascoltato a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte in merito al caso Gregoretti, il quale vede sotto accusa l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. I reati a carico di quest’ultimo, infatti, sarebbero il sequestro di persona e l’abuso d’ufficio.
La scelta di non far sbarcare i migranti sarebbe stata condivisa
L’accusa fa riferimento al ritardo con cui sono stati fatti sbarcare i 131 migranti che erano a bordo della nave della Guardia Costiera Italiana. Secondo quanto dichiarato dal gup Nunzio Sarpietro al termine dell’udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio però, emerge come il tutto sia stata una linea politica condivisa.
Gli avvocati di Salvini si sono mostrati fiduciosi
Nonostante ciò, il giudice ha ribadito come bisogna fare distinzione fra la responsabilità penale e quella politica. Successivamente, Conte avrebbe spiegato come la decisione sul Place of safety per la Gregoretti è stata presa da Salvini.
“La coralità delle azioni del governo si attenevano alla politica generale, i singoli eventi erano curati dai singoli ministri. Il ministro Salvini prima e la ministra Lamorgese dopo”.
Secondo i legali difensori di Matteo Salvini però, con queste parole il premier dimissionario ha confermato la propria partecipazione nella decisione della redistribuzione prima degli sbarchi. Nonostante, quindi, la relativa tranquillità dell’ex ministro la posizione delle parti civili non è cambiata.
Quest’ultimi, infatti, sono convinti che la decisione di non autorizzare lo sbarco della Gregoretti, nell’ormai lontano luglio del 2019, fu solamente di Salvini. La prossima udienza, infine, è programmata per il prossimo 19 febbraio quando a Catania saranno sentiti il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, Luciana Lamorgese e l’ambasciatore Massari.