Un grande focolaio è presente nel carcere di Rebibbia a Roma, sono 110 i detenuti positivi al coronavirus.
L’annuncio è arrivato dal Garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasia.
Focolaio a Rebibbia
Il sovraffollamento carcerario potrebbe essere un fattore al primo posto nel non consentire un contenimento della pandemia in carcere.
D’altra parte quelle che sono le regole per il coronavirus sono state dettate da un susseguirsi convulso fatto di decreti, raccomandazioni dell’amministrazione penitenziaria e direttive di vario tipo.
Quello presente ad oggi nel penitenziario di Roma a Rebibbia investe un gran numero di carcerati, per l’esattezza sono 110 i detenuti positivi al covid.
La comunicazione è pervenuta dal Garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasia che ha affermato:
“Servono iniziative e disposizioni immediate, a partire dalla scarcerazione”.
Il garante dei detenuti pensa a disposizioni immediate rivolte a
“tutti coloro che possano beneficiare di alternative al carcere e dei detenuti in attesa di giudizio per reati non violenti”.
Stefano Anastasia ha ribadito che molti di loro sono asintomatici, quindi non necessitano al momento di assistenza sanitaria.
Tuttavia questo non implica che non possano comportare dei seri rischi per la salute dei detenuti, oltre ovviamente al personale penitenziario che con quello sanitario lavora nell’Istituto carcerario.
Carceri a rischio
Come si legge su Adnkronos, Anastasia ha messo in evidenza come le carceri siano ‘luoghi a rischio per la diffusione della pandemia’.
Quando non sono presenti idonee condizioni igieniche e queste si sommano al sovraffollamento, il virus trova un terreno fertile alla sua diffusione.
Inoltre i ritardi nel calendario delle vaccinazioni, derivanti dalle mancate consegne di Pfizer e AstaZeneca alle quali stiamo assistendo non aiuta, occorre ha sottolineato il Garante dei detenuti del Lazio che arrivi in fretta il vaccino subito, come è avvenuto nelle ‘cinque Residenze per le misure di sicurezza’ (Rems) del Lazio.