Una città al passo coi tempi, la visione in cui il verde pervade aree pubbliche e private.
Finalmente Milano ha il progetto che la farà più verde e percorribile (a piedi) e potrebbe anche renderla unica in Europea per la soluzione della serra sopraelevata messa a punto su carta dall’equipe capitanata da Stefano Boeri e Elisabeth Diller. Ma manca il lascia passare del comune perché il sogno diventi realtà.
Il bando internazionale
Ad aggiudicarsi il bando per la riqualificare del Pirellino e dell’area limitrofa è il progetto di Diller Scorfino + Renfro e Stefano Boeri Architetti.
L’unione delle forze tra la statunitense di origine polacca e l’italiano l’ha spuntata tra 70 progetti arrivati a Coima (l’ente appaltante) da tutto il mondo e spesso frutto della partecipazione congiunta di studi di architettura altrettanto rinomati.
Alla vastità e complessità del lavoro richiesto dal banditore, i vincitori hanno risposto con una rigenerazione che passa attraverso la riqualificazione dello storico Pirellino, una nuova vita per l’edificio-ponte che si eleva su via Melchiorre Gioia, nel mezzo del Parco della biblioteca degli alberi e la costruzione di una torre botanica.
Meno automobili e più prato da calpestare
Le innovazioni s’aggiungono alla ripresa di modelli “tradizionali”: il bosco verticale e il famoso parco lineare sopraelevato newyorkese (che sostituì la ferrovia in disuso).
Il Pirellino, che deve il suo nome al fratello maggiore più grande d’età e più alto, non è conforme ai nuovi standard di sicurezza, a partire dalla pianta, troppo stretta per una buona staticità. Pertanto sarà ampliata su un lato. Anche molti dei materiali, tra cui l’amianto, saranno sostituiti.
Il nucleo del progetto è la serra botanica sospesa, luogo per il tempo libero anche culturale e visibile dall’esterno, si adagierà contigua alla base della struttura. Questa zona sarà pubblica, pensata per la vita stimolare l’intelletto o rilassarsi: oltre l’area rigogliosa di piante, pensatoio su come la botanica e l’ecologia possano dispiegarsi con l’uomo, nei suo luoghi, ci saranno un anfiteatro all’aperto, una caffetteria, aria benessere e gallerie d’arte.
Infine sorgerà una nuova costruzione, una torre ricoperta di piante, alta 110 metri. I primissimi piani saranno aperti al pubblico e collegati all’edificio-ponte. La popolazione vegetale che lo avvolgerà, potrà assorbire circa 4 tonnellate di anidride carbonica.
Inoltre il verde della zona che accoglie gli edifici conquisterà altro spazio (via Gioia passerà da 6 a 4 corsie) e densità con l’infoltimento della vegetazione.
Necessaria però l’approvazione del progetto da parte del comune, senza cui i lavori si faranno, ma con un po’ di rammarico, perché la trasformazione pensata dalla squadra Boeri-Diller dovrebbe fare a meno di quella serra quasi sospesa, che sarebbe un unicum in Europa.