Decine di migliaia le persone che si sono ritrovate a manifestare nelle piazze russe, nel secondo weekend consecutivo.
Gli Usa hanno condannano le azioni della polizia definendole “tattiche brutali”.
Misure di sicurezza senza precedenti
A Mosca un uomo per protesta si è incendiato. Mentre la polizia ha fatto uso di gas lacrimogeni, manganelli e pistole stordenti per disperdere i manifestanti.
Quanti sono scesi in piazza in Russia per chiedere la liberazione di Aleksej Navalnyj, l’attivista in carcere da due settimane, hanno subito quelle che gli Usa hanno condannano definendole azioni ‘tattiche brutali’.
Tra gli oltre 4.000 arresti di quanti manifestano contro la corruzione al potere, rientra anche Julija Navalnaja, arrestata e poi rilasciata in serata, la moglie dell’attivista anti-corruzione.
La donna con un gruppo di manifestanti andava in direzione del carcere di Matrosskaya Tishina di Mosca, dove è rinchiuso Navalnyj.
Le manifestazioni non erano autorizzate, ma questo non ha fermato le migliaia di persone scese nelle piazze a manifestare la loro voglia di fermare la corruzione.
Come riferisce la Repubblica, le autorità russe hanno messo in campo misure di sicurezza senza precedenti.
In oltre cento città i luoghi previsti per il raduno, sono stati cordonati e presidiati dalle forze anti-sommossa.
Attesa a Mosca la mobilitazione più affollata
Nella parte dell’Estremo Oriente russo, a Vladivostok, oltre cento dimostranti hanno danzato in cerchio sulle acque ghiacciate del Golfo dell’Amur.
Come ha affermato Andrej uno studente venticinquenne ad un’agenzia di stampa francese:
“Il desiderio di vivere in un Paese libero è più forte della paura di essere arrestati”.
Nella Siberia orientale, a Novosibirsk, riferendosi ad una presunta residenza sul mar Nero del presidente russo Vladimir Putin, dimostranti hanno inneggiato contro Putin definendolo ladro.
Tra gli arrestati anche molti giornalisti, mentre Mosca accusa gli Usa di interferire nei suoi affari interni, in merito alle a dichiarazioni americane circa le proteste in Russia derivate dalla detenzione di Navalny.
Il ministero degli Esteri russo in una nota dall’agenzia Interfax ha definito
“Le grossolane interferenze degli Usa negli affari interni della Russia sono un fatto dimostrato”.
Dall’agenzia vengono indicate anche come ingerenti
“la promozione di fake news e di appelli ad azioni non autorizzate su piattaforme internet controllate da Washington”.
Nei giorni scorsi era stato diramato dal Cremlino l’avvertimento al pubblico di non partecipare alle proteste.
Ma la mobilitazione sembra inarrestabile in ogni parte della Russia.