A Castel Romano il focolaio di coronavirus innesca il dissenso nei confronti della sindaca. Ritornano le richieste di sgomberare l’area da parte delle forze politiche di destra.
All’inizio del gravoso incarico come prima cittadina della capitale, tra i proclami di Virginia Raggi, vi fu il proposito di chiudere le baraccopoli della città. Adesso la promessa disattesa e l’insinuarsi della pandemia nel campo rom più grande del Paese.
Il campo rom sotto sequestro
La “cittadella” di Castel Romano è un luogo adatto al diffondersi di contagi, non solo di coronavirus. Infatti le malsane condizioni igieniche del posto hanno provocato malcontento nei cittadini e hanno trovato spazio più volte nei titoli dei giornali.
Anche quest’estate è accaduto. Il caso specifico della baraccopoli a sud della capitale aveva richiesto l’intervento della polizia. Dopo gli accertamenti, il tribunale di Roma aveva richiesto il sequestro dell’area:i rifiuti tossici rendevano necessaria la sua bonifica.
L’area è attorniata da discariche abusive. In particolare la cosidettaq zona “F” andava sgomberata entro settembre. Ma i primi avvisi sulle modalità d’abbandono della cittadella da parte dei suoi abitanti risalgono solo allo scorso mese.
Le accuse d’inerzia
Come custode giudiziaria del campo, abitato da circa 540 persone, fu nominata Virginia Raggi alla quale vengono attribuite inerzia e incuria.
Claudio Durigon, coordinatore della Lega nel Lazio, si chiede cosa abbia fatto la sindaca fino ad adesso per rendere più sicuri le persone rom e i cittadini romani.
Rappresentate del medesimo partito nella giunta capitolina, Maurizio Politi ricorda come la situazione sia allarmante per l’impossibilità di attuazione all’interno del campo le precauzioni consuete per arginare il contagio, prima tra tutte le tracciabilità dei positivi.
Dal Campidoglio Laura Corrotti, del partito dei verdi, tuona:
Al basso livello di istruzione (…) si va a sommare la scarsa attenzione da parte delle istituzioni che trasformano queste aree in vere e proprie zone franche.
Il vicepresidente alla camera Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia riguardo l’inerzia della questione delle baraccopoli non incolpa solo la sindaca; nelle responsabilità include tra i colpevoli anche il ministro della salute e la Regione Lazio.