Ad oltre un anno dall’incidente, emergono nuovi dettagli sull’incidente che ha causato la morte di Kobe Bryant.
Il pilota del velivolo su cui era a bordo Kobe Bryant avrebbe trasgredito le regole e perso l’orientamento.
L’incidente avvenne il 26 gennaio 2020
Kobe Bryant, sua figlia ed altre 7 persone sono morte a bordo di un elicottero il 26 gennaio dello scorso anno. Oggi, ad oltre un anno dall’incidente, emergono ulteriori dettagli.
Il pilota che guidava il velivolo, infatti, avrebbe violato delle regole e, successivamente, avrebbe perso l’orientamento. A causa di questo disorientamento, il pilota era convinto che l’elicottero era in salita e non in discesa. Poco dopo, il pilota non riuscì ad evitare di schiantarsi al suolo a Calabasas.
Ad investigare ancora sull’incidente ci sono gli investigatori dell’ente federale americano che investiga sugli incidenti accaduti nei trasporti (Ntsb).
L’elicottero, un Sikorsky S-76 bi-turbina era stato prodotto nel 1991 e si trattava di un modello usato anche dal governo e dai militari. Quello su cui era a bordo Bryant ha volato fino al 2015. Successivamente, fu acquistato da una società privata.
Le violazioni del pilota
Stando a quanto hanno affermato gli esperti il velivolo non ha avuto problemi tecnici. Il pilota stava seguendo le regole di volo a vista per poter volare. Stando a questa particolare tipologia di volo, il pilota per legge non avrebbe potuto andare contro le nuvole.
Infatti, avrebbe dovuto volare in modo da potersi guardare attorno e a farsi vedere. La visuale quella mattina era molto ridotta. Proprio per questo, il pilota avrebbe perso l’orientamento.
Al controllore di volo disse che stava riprendendo quota quando, in realtà, la stava perdendo. Stando a quanto hanno affermato gli inquirenti il pilota era nella fase chiamata illusione somatogravitazionale. Si tratta di un fenomeno che porta a percepire i movimenti in modo illusorio (si pensa che si va in alto invece si va in basso).