La donna di 99 anni, sopravvissuta al marito e di recente alla scomparsa della figlia, lascia il suo patrimonio alla città.
Nelle volontà di Nida Mazzanti c’è una comunità più accogliente: per gli amici a quattro zampe e per le persone anziane.
Un cuore cinefilo e filantropo
A 99 anni a Nida Mazzanti non rimanevano eredi, vedova del marito, subì anche la morte della figlia qualche anno fa.
Così ha stabilito di ripartire la sua cospicua eredità tra Il rifugio, il canile della città, e l’rsa Santa Caterina de Ricci.
Dopo qualche settimana dalla morte dell’anziana donna, sopraggiunta il 4 novembre scorso, il comune e l’rsa ricevono la chiamata inaspettata.
Un lascito ingente da divedere in due per stravolgere e implementare la propria struttura.
In banca a nome della donna vi erano 134mila euro subito utilizzabili e titoli per un totale di 878mila euro. Alle somme in denaro si aggiungono le proprietà di vari immobili e terreni.
Un atto gesto di civiltà incoraggiante
Prato è galvanizzata dal gettito improvviso di soldi, propositività e giovialità.
In ricordo della figlia, amante degli animali, scaturisce la donazione della Signora Mazzanti al comune, affinché trasformi il canile in una vera e propria cittadella a misura di quadrupede.
Così, in attesa di quantificare la somma precisa, si pensa al progetto. L’abbandono dell’attuale area a rischio inondazioni al posto di spazi più vasti sarà finalmente possibile; si stila la lista di luoghi adatti alla nuova funzione; si immagina un ambiente che risponda alle esigenze canine; spunta anche l’idea di una clinica veterinaria racchiusa all’interno della comunità dedicata agli animali.
Infine la comune condizione di fragilità, il bisogno e la dipendenza dagli altri indotti dall’avanzare della terza età, ha fatto sì che Nida Mazzanti guardasse alle donne e agli uomini anziani e devolvesse il suo patrimonio a quel centro, in cui lei, non era mai stata.