C’è un enorme potenziale di cui, in piena crisi sanitaria, il governo si è servito ma solo a metà. Si tratta della Protezione Civile che, messa un po’ a latere, adesso è chiamata all’azione, senza risparmio di energie.
Lasciata ai margini, si guarda con fiducia a quella macchina statale che ha costruito negli anni una rete di professionisti, strumentazioni e sedi che è ben diramata in tutto il Paese.
Capacità e mezzi inespressi
Sono 800.000 i volontari della Protezione Civile, il cui capo ha potere decisionale anche sulla Croce Rossa e addirittura sulle forze amante e la Polizia.
La potente macchina statale per rispondere alle emergenze ha già avuto un ruolo fondale nella crisi pandemica, per esempio scortando le commesse di vaccini nel loro viaggio dall’estero all’Italia o questa mattina, nel supporto alla fiera di Milano allestita per l’inoculazione delle dosi anti-covid.
Però il suo sostegno non è stato richiesto per le regioni rimaste sole nell’individuare i luoghi, nella logistica, nella pianificazione e realizzazione di tutte le operazioni necessarie della campagna vaccinale.
Il mandato a Domenico Arcuri come commissario straordinario dell’ex premier Giuseppe Conte scade a fine marzo.
Così potrebbe essere affiancato proprio da uomini chiave del Dipartimento della Protezione Civile.
Come il coordinare del comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo, 68enne, che ha affrontato diverse situazioni emergenziali nel mondo ed è consulente di Speranza. All’orizzonte anche Angelo Borrelli, il dottore commercialista capo della Protezione Civile.
Niente forma, solo sostanza
Il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca ha detto in una recente conferenza, con la franchezza che lo contraddistingue, che quelle primule archistellate non servivano a nulla.
Sembra pensarla allo stesso modo Mario Draghi. Pare che i fiori per le operazioni di vaccinazione non sbocceranno più, lasciando posso a caserme, fiere e anche le sgombere sale di parrocchie.
L’essenzialità, la praticità e parole spicciole (spicciole e cose fatte) prendono il sopravvento.