Codogno: l’inaugurazione di un memoriale per le vittime del covid a un anno dal primo paziente

A distanza di quasi un anno a Codogno oggi 21 febbraio si inaugura un memoriale Covid, per ricordare in futuro, quello che stiamo vivendo.

Codogno inaugura oggi il suo memoriale.

Un modo di ricordare le persone che abbiamo perso nella lotta che abbiamo affrontato.

Codogno inaugura il suo memoriale

Uno spazio tracciato ad imbuto termina con tre piastre verticali in acciaio, una rappresentazione del capoluogo e le due frazioni.

Tutto è stato circondato da una siepe di fiori che termina in un piccolo giardino concentrico, qui spicca il melo cotogno, che rappresenta uno dei simboli della città. Nel memoriale sono state collocate delle panchine in cemento.

A parlare alla commemorazione del memoriale, come riferisce l’Agi, è il primo cittadino:

“Abbiamo l’arma del vaccino, solo con la vaccinazione di massa possiamo pensare di riprenderci le nostre vite e guardare al futuro. Manteniamo il senso di responsabilità: dobbiamo stringere i denti, l’alba è vicina”.

D’altra parte la data è un simbolo, non è certo casuale, il 21 febbraio di un anno fa venne scoperto a Codogno il primo caso ufficiale di Covid. Da allora ebbe inizio la lotta per la vita e la morte di Mattia Mestri, quelli che tutti conoscono come essere ” il paziente 1”.

Guardando i suoi compaesani che si apprestano intorno al memoriale, Felice un ferroviere commenta:

“Oggi è meglio di un anno fa”,

e aggiunge

“Vedere la gente camminare per strada mi riporta a quando hanno chiuso la stazione”.

Ricorda con il suo lavoro vissuto per 30 anni una consuetudine venuta a mancare all’improvviso, una stazione che diviene deserta, il senso di un paese disabitato, e ammette che a pensarci ancora sente i brividi scorrergli lungo il corpo.

Luogo simbolo della pandemia in Italia

Non un semplice monumento, ma un percorso emozionale dove sostare per un momento di raccoglimento.

Una cerimonia che vede la partecipazione di cantautori locali, oltre che la banda che suona il ‘Silenzio’ e l’inno nazionale. Presente anche il vescovo di Lodi, Maurizio Malvestiti, e i bambini che leggono le loro composizioni per chi non c’è più.

Sono presenti alla commemorazione tra gli altri, anche il vicepresidente della Regione Lombardia e Letizia Moratti assessore al Welfare.

Fa parte del memoriale un ulivo, a cui piedi è posta una lapide, con incise le parole di Ugo Foscolo:

“Un uomo non muore mai se c’è qualcuno che lo ricorda”.

Difficilmente si dimenticherà che da questi luoghi partì un anno fa, quel  coro continuo di sirene che avrebbe segnato per sempre l’Italia.

 

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