Stasera va in onda la puntata de Le Iene. L’argomento sarà lo stipendio dei politici di caratura nazionale. Ma un po’ di dati ci sono già: alcuni ricalcano i cliché, altri invece sono spiazzanti.
Il lavoro della politica è a beneficio della comunità, ma nella maggioranza dei casi anche di chi, bene o male, lo assolve.
Stipendi a confronto: prima e dopo l’entrata in politica
I noti e irriverenti indagatori in giacca e cravatta di Italia Uno renderanno note al Paese le loro ricerche sulle finanze dei nostri deputati.
Infatti Marco Occhipinti e Filippo Roma hanno preso l’ultimo reddito imponibile di 100 parlamentari, prima che mettessero piede nella camera o nel senato, e lo hanno confrontato con la più recente dichiarazione dei redditi.
Ovviamente nel gruppo ci sono i “novelli”, entrati nei luoghi dello Stato tre anni fa, mentre altri vi sono dentro da decenni.
A emergere ancora una volta è l’antica questione che gli Italiani sono i politici più pagati di sempre.
Chi ci ha guadagnato e che chi no
Secondo le due iene, molti deputati sono passati da 0 a cifre che di zeri ne hanno cinque.
È il caso di molti pentastellati, ad esempio Roberto Fico, Luigi Di Maio (del ministro degli Esteri non v’è traccia di una dichiarazione dei redditi prima di entrare in parlamento) oppure Sara Cunial che aveva sì un’azienda agricola, ma l’imponibile era pari a 0.
Poi ci sono altri che hanno visto aumentare le proprie ricchezze, pur avendo precedentemente delle floride entrate.
È il caso dell’avvocata Giulia Buongiorno, nota e rampante già a 27 anni. Da un imponibile di 173.534 dichiarato nel 2005 passava nel 2017 a un altro lievitato a 817.672 euro. Intervistata dalle Iene ha risposto infastidita su come la politica possa averla aiutata nell’accrescere le proprie entrate.
Buongiorno, che rivendica con orgoglio la prodigiosa crescita del Conto in Banca al suo lavoro, è solo seconda nella classifica. Ad essere sul gradino più alto del podio c’è Matteo Renzi.
Ma molti altri hanno tratto letteralmente guadagno dalla politica, seppur in minor misura. Maria Elisabetta Alberti Casellati, con i suoi quasi 30 anni di lavoro e che come presidente del Senato ha incrementato il portafoglio di 187.000 euro circa; il verde Simone Pillon in un biennio ha aumentato il proprio imponibile di più di 200mila euro.
C’è però chi invece ci ha perso a ricoprire i ruoli prestigiosi. Il primo tra i “perdenti” di questa classifica è stato Paolo Zangrillo, che si vede dilapidati i guadagni. È seguito da altri, tra cui Gianluigi Parogone, Dario Franceschini e anche Giuseppe Conte.