La brutalità delle forze dell’ordine statunitensi ha fatto un altro morto: Angelo Quinto, 30enne appartenente alla Marina.
La storia oltreoceano ne richiama un’altra che ha inorridito il mondo. L’assassinio di George Floyd, l’afroamericano implorante nei confronti dell’assassino in divisa, che lo ammazzò con la pressione del ginocchio sul collo. La tortura allora durò nove minuti.
Poliziotti violenti
Ad Antioch, una cittadina a est di San Francisco, era il 23 dicembre scorso, quando a supplicare un agente di polizia di lasciarlo in vita è stato un uomo di 30 anni.
Per lui l’agonia è stata più lunga di George Floyd. Dopo i cinque minuti di asfissia sotto il peso del poliziotto, il californiano è sopravvissuto, ma senza coscienza. Così c’è stata la corsa disperata in ospedale, ma c’è stato poco da fare. L’uomo è spirato a distanza di qualche giorno, il 26 dicembre.
Una vicenda violenta, per la ferocia espressa da un uomo al servizio dello Stato, ma anche beffarda, poiché i poliziotti erano stati chiamati nella dimora del 30enne per portare assistenza e sostegno.
Il video girato dalla madre
Infatti i famigliari della vittima avevano fatto quella fatale chiamata alla polizia perché Angelo Quinto, che soffriva di problemi psichiatrici, aveva avuto una crisi.
Quando però i poliziotti arrivarono sul posto l’uomo era già calmo. Lo racconta la madre che ha ripreso lo svolgimento degli eventi con il cellulare, quando ha intuito che la situazione stava degenerando.
Nel video testimonianza degli ultimi momenti di vita del figlio, il giovane uomo è a terra sofferente, con il volto sanguinante e le mani ammanettate dietro la schiena.
Sono stati i famigliari di Angelo Quinto a denunciare i poliziotti.
In due mesi dal tragico evento la polizia di Antioch si è chiusa in un riserbo totale. In circa 60 giorni non ha diffuso alcun comunicato e non ha mai voluto rilasciare comunicazioni su quella morte causata dai suoi uomini.