Un tribunale è stato chiamato a dirimere un divorzio. Una causa di routine, se non fosse per la decisione storica del giudice di riconoscere alla moglie i benefici immateriali che ha prodotto nel corso della convivenza col marito: le incombenze casalinghe.
Il tribunale di Pechino ha decretato le “spartizioni” necessarie che comporta la fine del matrimonio tra le signora Wang e il signor Chen. Lo fa con una sentenza che è una novità nel diritto matrimoniale del Paese. Infatti ha scatenato un acceso dibattito sui social.
La sentenza senza precedenti
Si conclude con un verdetto che porta, se non proprio una ventata, un venticello di progresso nell’ambito delle disparità tra uomo e donna, tradizionalmente a netto sfavore della seconda.
Infatti le controversie tra un ex marito e una ex moglie finiscono con una divisione non solo dei beni materiali, come di prassi, ma anche con il riconoscimento del valore dei beni immateriali, secondo l’entrata in vigore del nuovo codice civile.
La donna ha lamentato come l’ex coniuge non avesse contribuito minimamente ai doverosi impegni casalinghi che impone la convivenza.
Così Feng Miao, il magistrato donna, reputandoli beni immateriali, ne ha fatto ammenda: il signor Chen dovrà versare alla signora Wang 50.000 yuan per i cinque anni in cui si è occupata, da sola, dei lavori di casa.
La cifra corrisponde a 7.000 euro, circa 1.400 euro ogni anno.
Le Cinesi non vogliono sposarsi
La notizia è stata pubblicata sui social agli inizi del mese, dove è rimbalzata di bacheca in bacheca ed è stata sommersa di commenti.
C’è chi l’ha salutata giovialmente, poiché è un riconoscimento del maggior impegno delle donne nella vita coniugale e chi, pur apprezzandone il progressismo, è rammaricato dalla somma da pagare dall’uomo, ritenuta troppo bassa.
In molte hanno affermato come sia meglio evitare il matrimonio. Tant’è che l’inflessione delle unioni civili è drasticamente diminuita, mentre sono aumentati i divorzi.