Prevista per questa mattina anche la doppia autopsia sui corpi dell’ambasciatore e del giovane carabiniere.
Le accuse, al momento ancora contro ignoti, sono di sequestro di persona con finalità di terrorismo.
L’uccisione dell’ambasciatore italiano e del carabiniere
È ancora avvolta nel mistero la morte dell’ambasciatore italiano, Luca Attanasio, e del giovane carabiniere, Vittorio Iacovacci, uccisi in un’imboscata in Congo insieme all’autista Mustapha Milambo.
L’ambasciatore Attanasio è morto circa un’ora dopo il trasferimento in ospedale, Iacovacci è deceduto sul colpo.
Gli assalitori, almeno sei, erano armati di kalashnikov e machete, avrebbero esploso prima dei colpi di avvertimento, per poi costringere gli occupanti dell’auto a seguirli nel bosco.
Sull’imboscata ci sono ancora molti dubbi. Le Forze Democratiche della Liberazione del Ruanda (Fdlr) hanno negato ogni responsabilità nell’agguato mortale.
Gli assalitori si sarebbero dati alla fuga, facendo perdere le loro tracce.
I punti oscuri da chiarire sono ancora molti. Resta infatti da capire Resta chi abbia autorizzato l’ambasciatore italiano a viaggiare senza scorta in una zona così pericolosa, come quella in cui si è verificato l’agguato.
Le salme sono giunte in Italia
Nella tarda serata di mercoledì le salme di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci sono giunte in Italia.
Ad accoglierle, al loro arrivo all’aeroporto di Ciampino, il premier Mario Draghi, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ed il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini.
Assente invece il presidente della Repubblica, che ha avuto un disturbo vestibolare e non ha potuto esserci.
Sull’aereo che ha riportato le due salme in Italia anche la moglie dell’ambasciatore italiano e le tre figlie, che con lui vivevano a Kinshasa e alcuni familiari di Iacovacci, che erano partiti da Sonnino il giorno dell’agguato per accompagnare il corpo dal Congo.
La Procura militare di Roma ha aperto un fascicolo sull’uccisione di Attanasio e del giovane militare.
“Attendiamo di vagliare le prime informative per capire se ci sono aspetti di nostra competenza”
ha spiegato il procuratore Antonio Sabino.
Intanto, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha annunciato che, per i due italiani, saranno celebrati funerali di Stato.
La ricostruzione dell’attacco
Stando a quanto riferito il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, il convoglio su cui viaggiavano le vittime è stato attaccato alle 10:15 di lunedì mattina.
Il gruppo di assalitori, formato da 6 elementi, avrebbe costretto i mezzi a fermarsi, mettendo degli ostacoli sulla strada ed esplodendo alcuni colpi in aria.
Dopodiché gli assalitori hanno ordinato ai passeggeri di scendere dai veicoli.
I colpi hanno messo in allerta le Forze Armate congolesi, che si trovavano a meno di un chilometro di distanza.
Per costringere le loro vittime a lasciare la strada ed entrare nel bosco, gli assalitori hanno quindi ucciso l’autista del Pam, il Programma alimentare mondiale.
Dopodiché, come riferisce anche Tgcom24, nel momento in cui i ranger hanno intimato agli assalitori di abbassare le armi, questi hanno colpito a morte Iacovacci e ferito gravemente Attanasio, che è deceduto poco dopo in ospedale, il Monusco di Goma.
Il responsabile del convoglio avrebbe negoziato con gli assalitori per allontanarsi dall’area e portare i feriti in una zona sicura, ha spiegato Di Maio.
Il giallo della scorta
L’ambasciata a Kinshasa è dotata di due vetture blindate, con le quali appunto Attanasio si spostava in città e nelle missioni, sempre accompagnato da un carabiniere.
“L’ambasciatore e il carabiniere si sono quindi affidati al protocollo delle Nazioni Unite, che li ha presi in carico fin da Kinshasa, su un aereo della missione Onu Monusco, per il viaggio fino a Goma”
ha spiegato Di Maio.
La missione si è svolta su richiesta delle Nazioni Unite, che si quindi occupate anche del percorso in auto.
Intanto, il ministro ha annunciato che una squadra dei carabinieri del Ros, su delega della Procura, si è già recata a Goma per l’avvio di una prima missione d’investigazione.