L’uomo aveva due lavori apparentemente agli antipodi, ma in sintonia nella realtà: da una parte era garante della giustizia, dall’altra uno spacciatore.
Residente nel paesello abruzzese di Basciano, 51enne e molto indaffarato negli ultimi tempi tra due impieghi, oggi F.C. (le iniziali del nome) è agli arresti domiciliari.
Lo spacciatore in divisa
L’aumentare degli impegni dell’uomo è stato graduale. Dapprima era un carabiniere e basta, vice brigadiere per la precisione e non aveva altri impegni lavorativi se non quelli dell’Arma.
Poi, l’assunzione delle sostanze stupefacenti lo rese dipende ad un uso quotidiano e sempre più compulsivo.
Il passo da consumatore a spacciatore fu breve e gli sembrò, forse, semplice sotto le spoglie veritiere dell’Arma.
Giacché per professione era costantemente informato sui traffici illeciti di suo interesse, sulle relative indagini e anche sui potenziali clienti.
Oltre a un osservatorio invidiabile per gli esperti del settore (illegale), c’era poi la sua divisa a garanzia di onestà e baluardo dei traffici illeciti.
Colleghi (moderatamente) sospettosi
Finché i colleghi, per lo stato alterato in cui spesso versava il vice brigadiere, hanno intuito che facesse uso di droga.
Mai avrebbero pensato che, oltre ad assumere le sostanze stupefacenti, avesse una salda rete di cui era il perno.
Così è emerso dalle ricerche, iniziate nell’agosto del 2020. L’uomo è stato sorvegliato in ogni azione, attraverso le intercettazioni e il gps.
Il vice brigadiere acquistava un ammontare di 70-100 grammi di cocaina per volta, per poi rivenderli. Gli acquirenti fissi erano circa una decina, ubicati nella Vallata del Vomano.
E lì, nella trama di contatti in cui figurano anche dei pregiudicati, che gli inquirenti stanno proseguendo le indagini.
Intanto il vice brigadiere è agli arresti domiciliari ben consapevole di cosa lo attende. Al momento la stessa pena è stata nominata ad altre due persone già note alle forze dell’ordine.