Tra le (e gli) insofferenti della giornata dedicata alle donne e le sue cultrici e cultori, rimane la sua storia e un’inesattezza in cui molti incappano.
Quest’anno le modalità per onorare la festività imminente possono essere culturali, piacevoli, divertenti e combattive. Di seguito qualche proposta da attuare subito. Altre, invece, sono da regalare (e relegarsi) e scartare con calma.
Perché le mimose?
Il famoso racconto delle operaie, che morirono a New York nell’incendio della fabbrica, è traballante come origine della ricorrenza.
Infatti la data che individua nell’8 marzo 1911 il tragico evento è leggendaria, come pure il numero delle vittime (134). Ma l’intera e triste vicenda potrebbe esserlo. Non c’è alcuna traccia o dato storico a suo sostegno.
Invece si ha testimonianza dell’iter che ha fatto dell’8 marzo la festività che oggi tutti festeggiamo.
L’idea di una giornata dedicata alle donne arrivò nel febbraio del 1909 e furono i socialisti statunitensi a proporla. Ma da lì a istituire la giornata del riconoscimento del ruolo femminile, passò almeno un altro decennio.
Era il 1921 a Mosca, quando la capitale ospitò la seconda Conferenza comunista delle donne. Fu allora che venne indicato proprio l’8 marzo come data di festa per tutti i Paesi del globo.
Proprio in quel giorno di qualche anno prima, il 1917, la manifestazione a San Pietroburgo contro lo zar, vide un’importate partecipazione femminile.
Il riconoscimento ufficiale dell’Onu arriva solo negli anni Settanta.
Mentre il fiore soffice e profumatissimo che ne è il simbolo e già era distintivo delle partigiane, fu introdotto nel 1946 proprio da una di loro, la parlamentare Teresa Mattei.
Inoltre apparente fragile ma resiste, la pianta selvatica era facile da reperire e quindi economica.
Basta assicurarsi che la destinataria non vi sia allergica. In tal caso un altro dono floreale sarà ben accolto.
I viaggi per tutti e quelli disegnati per le donne
Le restrizioni attuali agli spostamenti fanno venire voglia di viaggiare. Così c’è chi ha pensato bene a concedersi o regalare (magari includendosi nel regalo come accompagnatore o accompagnatrice) un viaggio da esperire più in là.
Una scelta un pochino temeraria per alcuni, ma di certo un augurio alla libertà, ora limitata ma ardentemente desiderata.
Così tra le mete lontane c’è Berlino, una città adatta a tutti, da girare con i mezzi pubblici, o più liberamente in bicicletta. Le architetture contemporanee sono alternate al verde.
Ma il motivo del suggerimento sta nel fatto che la capitale tedesca abbonda di luoghi dedicati alle donne.
Tra questi c’è il Das Verborgene Museum. Vuol dire museo nascosto, come ignote erano le opere frutto delle mani e delle menti delle donne.
Così sono state “riesumati” pezzi d’arte caduti nell’oblio o mai mostrati nella loro potenza. Le artiste sono le più importati del Novecento e le discipline artistiche vanno dalla fotografia all’architettura.
Un luogo analogo, dove il contenuto è “femminile” si trova a Merano (Bozano) e si chiama Museia. Si tratta di un percorso, disponibile anche in modalità virtuale, tra gli ideali e i ruoli delle donne, dal XIX secolo ai nostri giorni.
Vi sono poi molte iniziative, gruppi e percorsi pensati dalle donne per le esigenze delle donne.
Ad esempio la Rete nazionale delle donne in cammino, nata per coloro che vogliono vivere insieme l’esperienza del viaggio a piedi per lunghe e suggestive tratte (è nata proprio l’8 marzo del 2019).
Qualche incontro online e uno in piazza
Ma mentre si fantastica sulle mete future, a casa possiamo connetterci per qualche interessante appuntamento online.
Per informarsi sul passato, il presente e il futuro visto dalle donne, gli eventi da seguire sono tanti.
Da quelli della Casa delle donne di Milano, tra cuila presentazione del libro Donne è bello il libro di Liliana Barchiesi (18 marzo), alla storia di Simone Weil narrata dalla scrittrice e filona Guia Risari (8 marzo) organizzata da Tuoedio Design (libreria indipendente di Albano laziale) fino a Nessuno mi può giudicare, racconto delle ribellioni degli anni Sessanta voluto dalla biblioteca Franco Serafini di Gezzano (Pisa).
Intanto a Roma le donne si mobilitano a difesa di libertà e diritti al femminili in bilico in Polonia, dove una nuova legge limita l’aborto. Così domani molte scenderanno in piazza in vari luoghi della capitale e in particolare davanti l’Ambasciata polacca.