La regione italiana è stata la prima a raggiungere la soglia più vicina alla normalità dell’epoca pre-covid. Affinché la situazione non precipiti nuovamente verso picchi di allerta sanitaria, ci sono nuove regole per l’accesso all’isola.
Da lunedì 8 maggio salpare o atterrare in Sardegna sarà possibile con il certificato di immunità o il risultato negativo del test al covid-19.
Confini marcati
Per mantenere l’intera isola “bianca”, ossia sotto i livelli faticosamente raggiunti dai Sardi (non più di 50 persone positive ogni 100.000 e l’Rt inferiore all’uno) gli ingressi, da domani, saranno meticolosamente sotto controllo.
Ad essere accolti sono coloro che potranno dimostrare l’immunità conseguita con il vaccino. In alternativa sarà obbligatorio il test molecolare o antigienico rapido. Per cui vi saranno delle Aree appositamente adibite negli scali e negli aereoporti sardi.
Christian Solinas, prima che possano sopraggiungere critiche, mostra la sua intransigenza, frutto degli errori del passato.
Infatti durante l’estate la regione era stata soffocata dalla morsa del covid perché il progetto di monitoraggio degli ingressi, denominato “Sardegna covid free”, naufragò per la decisione del governo. Fu ritenuto incostituzionale.
La prima settimana metterà in luce i punti forti e deboli delle difesa dei propri confini, che il governatore reputa cruciale per la ripresa della regione.
Nella consapevolezza, più volte ribadito da Solinas, che la Sardegna, come ogni altra città, provincia o nazione, sia interconnessa alle altre nell’epoca della globalizzazione. Così la soddisfazione per i risultati raggiunto è accompagnata dall’attesa verso una ripresa di respiro più ampio, perché il risveglio economico sia saldo e prolungato nel tempo.
Le regole nel dettaglio
Il battaglione a monitoraggio degli ingressi sarà costituito da 250 operatori, divisi in gruppi di 3 medici, 2 operatori e 2 amministrativi.
Saranno in servizio nei punti di approdo dell’isola, i porti di Cagliari, Golfo Aranci, Olbia, Porto Torres e Santa Teresa Gallura, poi gli aeroporti di Alghero, Cagliari, Olbia.
A dirigere le operazioni è Antonio Belloi, capo della Protezione Civile della regione.
Il lasciapassare fino al 24 marzo sarà possibile alle seguenti condizioni:
- Il certificato di vaccinazione non basta da solo. Bisogna aggiungere ben due test al covid-19 da effettuare 48 ore prima dell’arrivo.
- Per chi è ancora in attesa di ricevere il vaccino, è obbligatorio il test molecolare negativo effettuato 48 prima dell’arrivo.
- Per chi non ha effettuato né il vaccino né il test molecolare, deve sottoporti al test antigienico rapido sul posto di arrivo (porti e aeroporti).
- In caso di esito negativo del tampone sarà obbligatorio l’isolamento, con indicazione dell’indirizzo.
- La quarta possibilità (che non prevede né vaccino né tamponi) sono 10 giorni di quarantena, sempre in un luogo di cui bisogna indicare l’indirizzo.
Intanto la situazione appare disastrosa per la regione le cui ricchezze vengono prevalentemente dal turismo. Agli operatori del settore sono giunte solo il 10% di prenotazioni in vista della bella stagione. Di solito, in questo periodo, il 40% delle strutture turistiche vengono prenotate.
Sul fronte della campagna vaccinale non va meglio: sono state inoculate solo il 60% delle dosi a disposizione. In questo ambito la Sardegna segna un record nazionale in negativo.