Si accendono di nuovo i riflettori sulla poetessa e icona di stile, approdata alla fama mondiale per la partecipazione alla cerimonia d’insediamento di Joe Biden. Adesso però gli elogi lasciano spazio alle critiche.
Nel ciclone i licenziamenti che si sono abbattuti su chi traduce i versi di Gorman. La pecca, per gli espulsi, è di non essere femmine, giovani, di colore o attivisti.
Traduttori “troppo bianchi”
Victor Obiols è un poeta catalano, maschio, bianco e ha 60 anni. Troppo per l’osannata Amanda Gorman, che lo da destituito dal tradurre i suoi versi.
Nulla importa se l’uomo può vantare lavori su componimenti di celeberrimi maestri della poesia, come William Shakespeare o Oscar Wilde.
L’attivista afroamericana ha deciso che non è “il profilo giusto”, troppo distante da lei per sesso, età, razza e fervore sociale.
Un mese fa Obiols fu chiamato dalla casa editrice Univers per realizzare una versione basca dell’opera della poetessa statunitense.
Ma, a lavoro finito, è stato destituito dal compito per cui fu assoldato. Il colore della pelle e un’età importante non lo renderebbero idoneo al ruolo assolto.
L’antecedente
È il secondo traduttore ad essere rimosso da Gorman.
La prima era stata Marieke Lucas Rijneveld.
Benché donna, non vetusta (ha 29 anni) e vincitrice dell’International Book Price nel 2020, la poetessa olandese, dopo essere stata scelta dall’editore Leulenhoff, fu scartata dalla sua collega d’oltreoceano a fine febbraio.
Il motivo? Troppo bianca. A sollevare la questione furono i fan dell’intellettuale. Il luogo del polverone fu twitter.
Alla notizia che l’olandese avrebbe tradotto la statunitense, gli utenti insorsero, ponendo il dilemma: può una bianca tradurre fedelmente un’opera frutto di un’afroamericana?
La risposta di Gorman è evidente.
Più impetuosa deve essere stata la sua reazione alla scoperta che nella selezione dei traduttori vi fosse un individuo, non solo di razza caucasica, ma addirittura maschio e vecchio.
Obiols rivela ad AFP che quando Rijneveld fu rimpiazzata, gli amici scherzando dicendogli: “Ora tocca a te”.
Allora rise di quella vicenda paradossale che gli sarebbe toccata in sorte poco dopo.