Sono tempi di ristrettezze anche per la Chiesa. Così Papa Francesco, in onore al nome scelto il giorno della sua nomina a pontefice, abbassa gli stipendi a tutti, dai preti ai cardinali.
Il Papa argina le spese della struttura ecclesiastica. Lo fa con un Motu Proprio, il documento che letteralmente vuol dire “di propria iniziativa”.
Tagli agli stipendi
I motivi e la finalità dell’inattesa decisione sono scritti nero su bianco: la crisi economica richiede alcune ristrettezze finanziarie per “salvaguardare gli attuali posti di lavoro“.
I tagli ai salari sono stati operati secondo i “criteri di proporzionalità e progressività“.
Così la riduzione delle paga ai cardinali è del 10%, per i capo dicastero e i segretari dell’8%, mentre per i sacerdoti e le suore è stata stabilita al 3%.
Le decurtazioni non saranno effettuate qualora i lavoratori della Santa Sede dimostrino l’impossibilità a fronteggiare le proprie spese di salute o a quelle di un famigliare di primo o secondo grado.
Inoltre per tutti c’è il blocco dello scatto di anzianità fino al 2023.
Vatican News precisa che l’unica eccezione è rappresentata dai dipendenti laici dal 4 livello in giù, che non vedranno intaccate le proprie entrate.
Le nuove norme del Santo Padre, in vigore dal 1° Aprile, sono valide anche per il Governatorato dello stato dello Stato della Città del Vaticano e gli enti collegati.
Quanto guadagnano i dipendenti della Chiesa?
Un prete guadagna circa 1.000 euro mensili.
Le entrate di un parroco non possono superare i 1.200 euro.
Per i vescovi il tetto massimo è di 3.000 euro.
Mentre la paga salariale di un arcivescovo oscilla tra i 3.000 e i 5.000 euro.
I cardinali, percepivano fino ad adesso, 5.000 euro.
Quanto ammonta invece lo stipendio del capo?
Se Papa Ratzinger percepiva 2.500 euro al mese, il suo successore ha chiesto di non essere remunerato.