Stava pianificando la fuga oltre confine, quando lo scorso anno, era il febbraio 2020, fu arrestato insieme a 38 persone a chi vicine. Operazione Jackpot fu chiamata, in quanto gli illeciti introiti erano legati alle slot machine.
Tredici milioni di euro è il valore dei beni confiscati a Salvatore Nicitra, ex boss della Banda della Magliana, tramite il decreto di confisca del Nucleo dei Carabinieri di Roma. Una cifra esorbitante messa su con le estorsioni connesse col gioco d’azzardo.
Un patrimonio esorbitante
La fitta rete d’usura era stata creata con l’ausilio di 38 aiutanti.
Tra i beni sotto espropriati ci sono 10 società, 11 autoveicoli, 2 nude proprietà, 33 immobili.
Tra questi ultimi Romatoday riporta la villa su via Vittorio Ascoli di 264 metri quadrati, il prezzo di mercato è circa 700.000 euro, poi l’imponete villa ubicata in via della Giustiniana, grande quasi il doppio della precedente e stimata a 1,7 milioni di euro e l’abitazione in via Santoliquido, di 359 metri quadrati e del valore di circa 1 milioni di euro.
Inoltre lo stesso atto delle forze dell’ordine decreta anche la misura di sorveglianza speciale.
L’assassinio di Antonio Bocchino
La complessa operazione iniziò all’indomani dell’omicidio di Antonio Bocchino.
Era il 13 febbraio 20913 e l’uomo era appena stato assolto dopo nel 2009 fu arrestato a causa della sparatoria che avvenne all’interno del suo bar. Allora la vittima fu un albanese di 26 anni.
I carabinieri individuarono subito come l’omicidio potesse essere legato all’istallazione delle slot machine all’interno del negozio di Bocchino. Nei lunghi otto anni di indagini hanno scovato una ramificata, salda e vasta rete nel settore del gioco, che ha portato alle manette 39 uomini.
Erano riusciti ad eludere online il monopolio che lo stato detiene sul gioco d’azzardo.
I quartieri dove la banda faceva valere il proprio potere erano Casalotti, Primavalle, Montespaccato, Monte Mario, Cassia e Aurelia.