Il triste e macabro ritrovamento è avvenuto ieri in un appartamento di via Giulia 108 nel capoluogo friulano.

Un odore nauseabondo proveniva dall’abitazione. A sentirlo e avvisare i vigili del fuoco sono stati alcuni lavoratori dediti a ristrutturare gli esterni dell’edificio. Poi i pompieri hanno scoperto i cadaveri. Così sul posto sono stati chiamati i poliziotti, gli esperti della scientifica e il medico legale al fine di accertare l’indennità degli uomini e le cause della morte.
Nessuno ha chiesto di loro
Sarebbero passate alcune settimane (è ancora da precisare quante) da quando i due hanno esalato l’ultimo respiro.
Si tratta di Sergio e Riccardo Visintin, rispettivamente padre di 82 anni e figlio di 51.
Fino alla mattina di ieri 9 Aprile, nessuno ne aveva reclamato la scomparsa.
Sono stati gli operai, impegnati nei lavori esterni, a sentire un forte tanfo proveniente dall’abitazione al settimo e penultimo piano del palazzo. Così hanno lanciato l’allarme.
Dapprima i soccorsi hanno suonato invano il campanello di casa.
Poi è seguita l’irruzione nel domicilio silenzioso e si è dispiegato dinanzi a loro il dramma lugubre, presagito dalla sospetta quiete e dall’odore cattivo.
Lo stato avanzato di decomposizione dei corpi rende difficile individuare la causa del decesso.
Intanto si esclude che a uccidere i due sia stata una fuga di monossido di carbonio.
Non sono giunte molte informazioni dagli inquirenti.
Leggo riporta come i vicini si erano trasferiti da poco nell’edificio e non conoscevano bene i due uomini.
Gli ulteriori accertamenti, in particolare modo autoptici, forniranno maggiori dettagli sul triste epilogo della vita di Sergio e Riccardo Visintin.
Di una sensibilità rara
Riccardo era un giornalista pubblicista.
Le sue passioni erano due: la cultura, in particolare modo il cinema, e la scrittura.
Le pellicole storiche e moderne erano spesso l’argomento dei suoi articoli, ma anche delle rassegne estive a cui contribuiva con ardore.
Nella sue giornate c’erano anche dischi e fumetti, di cui poteva sfoggiare una vasta collezione.
La testata Triesteprima riporta come fosse apprezzato da molti, per la “sensibilità rara” e il suo lavoro fatto di una prosa “leggera, agile e fluida”.
Qualcuno rimane sgomento e chiede: “Possibile che nessuno lo abbia cercato?“.