Sebbene alcuni dettagli siano ancora da discutere la prossima settimana, ci sono già importanti decisioni per un ritorno a al lavoro e alla socialità.
È un rischio ponderato quello che il governo Draghi intraprende. Da lunedì 26 aprile si riapre nonostante il virus sia divenuto più virulento, perché all’aperto il rischio si abbassa vertiginosamente.
Solo all’aperto
Per ora l’imperativo è l’apertura delle attività graduale ma solo all’aria aperta e nelle zone gialle, il colore con cui l’Italia ritorna a tingersi.
L’unica eccezione sono gli studenti grandi e piccini abbandoneranno la DAD (didattica a distanza) per ritornare nelle aule scolastiche.
Finalmente il mondo cultura ritorna ad essere contemplato, di quelli spazi di evasione e riflessione che sono musei, teatri e cinema all’aperto.
I centri sportivi che sono dotati di spazi open air potranno ospitare nuovamente gli appassionati del movimento.
Sarà consentito l’allenamento nei campi di atletica, ma anche le partire di tennis e paddel.
Sembrano inclusi anche i giochi di squadra prima interdetti, come il calcio.
Le attività di ristorazione possono accogliere in dehors i clienti. Dal 1 giugno ci si potrà accomodare anche negli spazi interni.
Dal 15 maggio sarà la volta delle piscine, rigorosamente all’aperto.
Il coprifuoco non si tocca almeno per tutto il mese di maggio, secondo quando riporta l’Adnkronos.
Ma nel prossimo incontro potrebbe essere sollevata nuovamente la questione. Una, due ore in avanti consentirebbero alle attività che tradizionalmente occupano le fasce serali di lavorare più agevolmente.
Come funzionerà il pass per spostarsi?
Al governo ancora non lo sanno con precisione.
Ma ad essere saldi sembrano i criteri che stabiliscono chi può ottenere la concessione.
A viaggiare varcando i confini regionali possono essere coloro che sono guariti dal covid nei sei mesi precedenti, che sono stati vaccinati oppure che hanno effettuato il tampone con risultato negativo.