Il noto psicologo Antonio Filiberti e la rivelazione agghiacciante: “Uno scenario che ricordava la guerra”
Il racconto dello psicologo sta facendo rabbrividire l’Italia: scopriamo cosa ha dichiarato.
Sostegno psicologico per i soccorritori
Da domenica, Antonio Filiberti, responsabile del servizio di sostegno psicologico dell’Asl di Verbania, assiste tutti i soccorritori della tragedia del Mottarone, tra cui: 50 volontari della Protezione civile, 20 del Soccorso alpino e numerosi Vigili del fuoco.
Per questo ha voluto raccontare cosa gli hanno rivelato i soccorritori:
“Ci hanno raccontato di essere sconvolti. Scossi da ciò che avevano visto. Uno scenario che ricordava la guerra. Molti corpi erano devastati.”
Una scena a cui nessuno di loro avrebbero mai voluto assistere, una vera catastrofe: sono morte 14 persone dopo la caduta della funivia.
Gli operatori hanno svolto una missione a dir poco difficile, hanno estratto corpi senza vita, quando ancora c’erano i cellulari delle vittime che squillavano.
Per questo l’assessore Marco Gabusi ha spiegato che Regione Piemonte ha messo a disposizione un supporto psicologico:
“ Per loro non sarà facile superare ciò che hanno visto”.
Lo psicologo ha raccontato che i corpi erano dilaniati e molti soccorritori sono ancora sconvolti, nonostante avessero già partecipato ad altri interventi disastrosi:
“Hanno pianto davanti a quei morti”.
La sindaca di Stresa: “La cosa che mi ha più colpito…”
Marcella Severino ha rivelato:
“Ciò che avevamo davanti agli occhi era uno scenario di profondo dolore che immaginavo si potesse vedere solo in battaglia. La cosa che mi ha colpito di più è stato il corpicino di un bimbo”.
Una sofferenza disumana, soprattutto per tutti quei familiari rimasti senza una parte della loro famiglia, a causa di questa terribile tragedia.
Filiberti ha spiegati che i parenti delle vittime chiedono notizie in più sull’accaduto e vogliono sapere se hanno sofferto durante quei dieci secondi prima di morire.
La rabbia dei familiari è tanta, vogliono giustizia e spiegazioni.
Alcuni sentono il forte senso di impotenza e ripetono di continuo frasi del tipo:
“Se fossero saliti prima non sarebbero morti”.
La cosa più difficile e sofferente è assistere alle salme delle vittime più giovani, traumi difficili da superare.
Molte persone per il terribile choc hanno bisogno di cure mediche, una tragedia che ha colpito tutti.