Il primo aprile scorso Zennaro era stato trasferito in una cella del commissariato di Khartoum con l’accusa di frode.
Questa mattina la notizia della scarcerazione confermata dalla Farnesina.
Scarcerato Marco Zennaro
L’imprenditore veneto Marco Zennaro è stato rilasciato questa mattina e posto agli arresti domiciliari in albergo.
Zennaro, che si trovava in carcere in Sudan da oltre due mesi, dovrà comunque restare nel Paese africano per difendersi dalle accuse a suo carico.
L’imprenditore veneto era arrivato in Sudan lo scorso marzo per questioni di lavoro: i trasformatori elettrici prodotti dalla sua ditta erano risultati non conformi agli accordi contrattuali.
Le accuse
Così, Ayman Gallabi, l’intermediario che li aveva acquistati per conto della società elettrica di Stato, la Sedec – lo aveva denunciato per frode.
Messo prima ai domiciliari e poi trasferito nel carcere di Khartoum, Zennaro aveva avanzato richieste a tutti gli organi di governo perché lo tirassero fuori dal carcere.
Nel penitenziario Africano, Zennaro era costretto a dormire per terra, senza avere diritto all’ora d’aria né alle visite dell’ambasciatore.
Il 2 giugno scorso era stato trasferito in un carcere a Omdurman, ma le sue condizioni non erano affatto migliorate.
Ad annunciare la sua scarcerazione anche il sindaco di Venezia, Luigi Brignaro, che da settimane era in contatto con il governo per ottenere il rilascio dell’imprenditore.
#MarcoZennaro è stato scarcerato!
Una notizia positiva.
Ora attendiamo gli sviluppi dei contenziosi a suo carico e continuiamo a lavorare insieme a @Palazzo_Chigi perché torni al più presto in Italia.
Grazie al premier Mario Draghi per l’interessamento decisivo.@comunevenezia pic.twitter.com/82UtzQly93— Luigi Brugnaro (@LuigiBrugnaro) June 14, 2021
Leggi anche –> Ventimiglia, uccide l’ex compagna e si toglie la vita: la vittima lo aveva denunciato per molestie
Dopo una prima causa commerciale con la società Galabi&sons il 24 maggio scorso, conclusa con un accordo per un risarcimento di 400 mila euro, Zennaro dovrà ora difendersi da quest’altra accusa.