Per la morte della giovane operaia sono stati stati iscritti nel registro degli indagati Luana Coppini, titolare dell’azienda tessile, il tecnico manutentore, Mario Cusimano ed il marito della Coppini.
Le accuse sono di omicidio colposo e rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.
L’incidente nell’azienda
Una morte terribile, che ha riacceso i riflettori sulla lunga lista di decessi sul lavoro, quella di Luana D’Orazio.
La giovane operaia, di appena 22 anni, ha perso la vita lo scorso 3 maggio a seguito di un incidente nella fabbrica tessile in cui lavorava a Oste di Montemurlo, provincia di Prato.
Quando un collega ha allertato i soccorsi, per la 22enne non c’era ormai più niente da fare.
A seguito della sua morte sono quindi scattate le indagini, che hanno accertato il fatto che l’altro orditoio gemello, uguale a quello che ha ucciso Luana, avesse i sistemi di sicurezza manomessi.
Inoltre, nel corso delle indagini, si è scoperto che Luana fosse stata assunta con mansioni di catalogazione e non avrebbe dovuto mai stare da sola vicino ad un macchinario.
La ragazza aveva seguito soltanto 4 ore di formazione.
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Gli indagati
Lo scorso 31 maggio è stato notificato un terzo avviso di garanzia per la morte di Luana D’Orazio.
Oltre a Luana Coppini, titolare dell’azienda tessile, ed il tecnico manutentore, Mario Cusimano, è stato iscritto nel registro degli indagati anche il marito della titolare, Daniele Faggi.
Anche Faggi, come gli altri due imputati, sarebbe accusato di omicidio colposo e rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.
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La perizia sull’orditoio
Come riferisce anche La Nazione, l’orditoio che ha ucciso Luana D’Orazio fu manomesso.
La manomissione al quadro elettrico, secondo i periti, sarebbe stata effettuata per consentire il funzionamento dell’orditoio anche senza la saracinesca abbassata.
La perizia sarà consegnata tra pochi giorni.
Le dimissioni del tutor
Un’ulteriore novità nel caso della ragazza morta sul lavoro il 3 maggio scorso, sono certamente le dimissioni del suo tutor, il caporeparto della campionatura dove lavorava Luana, che ha rassegnato le dimissioni nei giorni scorsi.
La ragazza aveva parlato del tutor proprio in un messaggio vocale inviato al fidanzato su Whatsapp, lamentandosi anche di un macchinario lento:
“E’ andato via alle 15.30 ed è tornato alle 18, poi ci ha detto di mettere su una tela sapendo che ci vogliono due ore. Se n’è andato di nuovo”.
I messaggi della ragazza sono stati depositati in Procura come elementi d’indagine.
Intanto, il suo tutor è stato ascoltato in Procura come persona informata sui fatti, insieme ai colleghi della giovane operaia.
Dal sopralluogo effettuato lo scorso mercoledì è emerso che il cancello di protezione dell’orditoio era collegato a una fotocellula che però era stata disattivata.
Quando è stata riattivata dai periti, la fotocellula ha funzionato perfettamente, come avrebbe dovuto fare anche il 3 maggio scorso.
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