Quattro dei 5 militari, accusati a vario titolo di spaccio, corruzione, droga e tortura, hanno scelto il rito abbreviato.
Angelo Esposito sarà invece giudicato con rito ordinario.
La vicenda della Caserma Levante
Sono 23 gli indagati nell’ambito delle indagini avviate nel luglio dello scorso anno sulla caserma Levante di Piacenza. La Procura di Piacenza ha chiesto il giudizio immediato per 16 degli imputati nella vicenda.
In totale sono 61 i capi di imputazione contestati, quasi tutti a carico dei cinque carabinieri della caserma, quattro dei quali erano finiti subito in carcere. Soltanto uno è agli arresti domiciliari.
A Giuseppe Montella, considerato il capo della banda, vengono contestati 40 capi d’imputazione, a Salvatore Cappellano, 13, 9 ad Angelo Esposito, 7 a Giacomo Falanga e 5 a Daniele Spagnolo.
Le accuse per i militari sono di: corruzione, spaccio, abuso d’ufficio e tortura. Per gli altri civili coinvolti l’accusa è di spaccio di stupefacenti, tranne per uno di loro, cui viene contestata l’accusa di minaccia ed estorsione.
Per l’ex comandante della caserma, Stefano Bezzeccheri, sono invece ancora in corso le indagini. L’accusa per lui è di abuso d’ufficio.
Le parole di Giuseppe Montella
“ALLORA, IO AMMETTO TUTTO. NE HO FATTE DI CAVOLATE, PERÒ SE MI DEVO PRENDERE LE COLPE DEGLI ALTRI NO! DENTRO LA CASERMA TUTTI SAPEVANO, FINO AL COMANDANTE, NON POTEVI NON SAPERE PERCHÉ CI SI STAVA DALLA MATTINA ALLA SERA INSIEME”.
A parlare è il carabiniere Giuseppe Montella, considerato il leader dei militari infedeli.
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Montella ha ammesso alcuni dei reati che gli vengono contestati, ne ha ridimensionati altri ma ha reso evidente la connivenza di tutti quelli che lavoravano alla caserma Levante.
“TUTTI SAPEVAMO CHE OGNI TANTO DAVAMO UNA CANNA, QUALCOSA. SAPEVANO CHE QUANDO SI FACEVANO ARRESTI GROSSI SI DICEVA, ‘TENIAMO DUE GRAMMI, TRE GRAMMI DA DARE’”
ha ammesso Montella, che però ha respinto le accuse di pestaggi sistematici nella caserma.
Dopo la vicenda che l’ha vista coinvolta, lo scorso novembre la Caserma Levante è tornata operativa.
Al comando della stessa un nuovo maresciallo: Salvatore Russo, fino ad allora in forze al Nucleo Investigativo e prima ancora all’Aliquota Operativa della Compagnia di Piacenza.
Le condanne
Giuseppe Montella è stato condannato a dodici anni di reclusione. L’accusa aveva chiesto per lui una condanna a 16 anni di carcere. La sentenza è stata pronunciata con rito abbreviato dal tribunale di Piacenza.
Condannati anche gli altri militari imputati nel processo. L’appuntato Salvatore Cappellano è stato condannato ad 8 anni di carcere, per l’altro appuntato Giacomo Falanga la condanna è stata di 6 anni.
Il carabiniere Daniele Spagnolo è stato condannato a tre anni e quattro mesi, e quattro anni sono andati all’ex comandante di stazione Marco Orlando.
L’unico ancora in attesa di processo è il carabiniere Angelo Esposito, che ha scelto di essere giudicato con rito ordinario.
Condannati i 5 carabinieri imputati per le violenze e gli abusi nella caserma Levante di Piacenza. L’Arma, parte civile nel dibattimento: “Dolore per la vicenda, grave e inaccettabile”. Bruno Sokolowicz #Gr1 pic.twitter.com/632jX6G9h1
— Rai Radio1 (@Radio1Rai) July 2, 2021
Lo scorso giugno, il militare ha lasciato il carcere per scontare gli arresti domiciliari.
“ESPOSITO FINALMENTE POTRÀ RIABBRACCIARE LA PROPRIA FAMIGLIA E AVRÀ LA POSSIBILITÀ, DI LEGGERSI TUTTE LE CARTE PER AFFRONTARE CON SERENITÀ IL PROCESSO CHE LO RIGUARDA AL FINE DI FAR EMERGERE LA SUA TOTALE ESTRANEITÀ AI FATTI DI CUI È ACCUSATO E CHE LO COINVOLGONO IN QUELLO CHE ORMAI È NOTO COME CASO LEVANTE”
aveva spiegato in occasione della scarcerazione uno dei legali di Esposito.