La principessa torna a parlare della dislessia e rivela come si comporterebbe se il bebè che porta in grembo fosse dislessico: scopriamo cosa ha detto.
Beatrice ha rilasciato una lunga intervista dove ha parlato principalmente del “dono” che ha affrontato quando era bambina.
Beatrice di York, come reagirebbe se suo figlio fosse dislessico?
La principessa, ha da poco compiuto 33 anni, un compleanno davvero speciale per lei e anche per suo marito Edoardo Mapelli Mozzi, dato che in autunno nascerà il loro piccolo “royal baby”.
Recentemente ha rilasciato una lunga intervista via Zoom a Giovanna Fletcher per l’iniziativa digitale “Back to School” del magazine Hello ed è tornata per parlare di un tema che la sta molto a cuore: la dislessia.
Quando aveva solamente sette anni, le fu diagnosticata.
Oggi l’ha superata e più volte ha sfruttato la sua autorevolezza da royal per sensibilizzare sempre più persone sul tema.
Lei ha raccontato che la dislessia, la chiama “il dono” e se il bebè che porta nel grembo fosse identificato un giorno come “dislessico”, lo considererebbe “un dono”.
Beatrice di York, l’incredibile racconto di quando era piccola
Secondo Beatrice parlare di diagnosi di dislessia non rende giustizia “alla brillantezza delle menti più fantastiche che abbiamo”, bisogna darle un significato molto più positivo.
Lei lo sa bene, infatti quando era piccola il “dono” ha avuto un forte impatto sulla sua vita:
“Ricordo che avevamo libri di colori differenti a seconda del nostro livello di lettura. A me toccava sempre il bianco. Quello dei mei migliori amici era giallo o verde. Erano sempre avanti a me. E io pensavo: ‘Non sono abbastanza intelligente. Non sono brava. Perché non sono come gli altri?’”.
La principessa ha ricordato tanti altri episodi in cui si è sentita confusa, per questo, spesso ha desiderato di non avere più la dislessia.
Ma oggi a quella bambina, le direbbe che la dislessia non è una cosa brutta, ma è una parte grandiosa del modo in cui funziona il tuo cervello:
“Noi guardiamo il mondo in maniera differente. E per fare le cose troviamo soluzioni differenti. Siamo creativi e intraprendenti”.
Da sempre, Beatrice di York, si sta impegnando ad abbattere stereotipi e tabù sulla dislessia.
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